Penne, lettera del sindaco Rocco D’Alfonso. “Io sono un amministratore trasparente”

PENNE – In una lettera, il sindaco Rocco D’Alfonso chiarisce la sua posizione rispetto alla scelta di cambiare residenza a poche settimane dal voto, ineleggibilità e titolo professionale.

“Egregio Direttore di “Lacerba”, noto con un certo disappunto che in un articolo apparso sull’ultimo numero della sua rivista (n. 3, a. XXI), lei persiste nel formulare gravi insinuazioni sulla presunta mancanza di trasparenza che avrebbe contraddistinto alcune mie scelte politiche e amministrative. Ho sempre evitato in questi anni di risponderle, anche quando ritenevo che la sue insinuazioni fossero volgari e offensive, frutto non di una riflessione serena ed equilibrata sull’operato dell’Amministrazione Comunale, bensì di un atteggiamento di avversione personale e volto unicamente a colpire l’avversario politico, considerato come un nemico da abbattere in ogni modo e con qualsiasi mezzo. Non le ho risposto poiché ho sempre pensato che il compito di un Sindaco sia quello di lavorare per il bene del suo Comune e non quello di replicare continuamente alle critiche spesso cattive e pretestuose che gli piovono addosso. Tra l’altro, al fine di ridurre le spese comunali la mia Amministrazione ha eliminato la figura dell’addetto stampa (che pure sarebbe stata di grande aiuto sul piano della comunicazione istituzionale), e quindi tutti quei comunicati che le ho inviato sull’attività del governo cittadino li ho scritti personalmente, ritagliando del tempo alla mia attività amministrativa. A questo punto però ritengo giunto il momento di replicare ad alcune sue allusioni che ritengo malevoli ed offensive, anche al fine di ripristinare la verità su alcune questioni che lei affronta (se mi consente) in modo un po’ sibillino e superficiale. Parto dalla questione della mia carica di consigliere di circoscrizione a Reggio Emilia e del ricorso che alcuni cittadini di Penne hanno avanzato sulla mia presunta ineleggibilità. Intanto lei si limita solo ad accennare che con sentenza n. 1475/14 il Tribunale Civile e Penale di Pescara ha respinto il ricorso e ha condannato i ricorrenti al pagamento di tutte le spese processuali, affermando che “è lo stesso dato letterale della disposizione in esame” (art. 60 D.Lgs 267/2000) “a dimostrare la fondatezza” della “linea interpretativa” che esclude l’ineleggibilità per la contemporanea titolarità di cariche appartenenti ad enti territoriali di diversa natura (nel mio caso Comune e Circoscrizione). Dunque potevo candidarmi a Sindaco di Penne mentre ricoprivo la carica di consigliere circoscrizionale (che peraltro ho svolto gratuitamente e senza alcuna indennità). Anzi: avrei potuto per tutti e cinque gli anni del mio mandato continuare a cumulare le due cariche (come fanno anche oggi tanti amministratori che sono Sindaci e consiglieri provinciali), mentre ho deciso di dimettermi da consigliere circoscrizionale un paio di mesi dopo la mia elezione a Sindaco. Dov’è dunque la mancanza di trasparenza? E non si chiede che se non c’è stato un ulteriore ricorso in Cassazione è forse perché i ricorrenti, dopo la citata sentenza e il conseguente pagamento delle spese legali, hanno dovuto prendere atto della palese infondatezza della loro azione? Mi viene da concludere che la mancanza di trasparenza sta forse nelle opache e tutt’altro che chiare motivazioni che portano a costruire una campagna propagandistica fondata sul nulla contro un Sindaco che opera con la massima onestà e nel più pieno rispetto delle leggi. Veniamo alla questione della mia attività universitaria. Anche in questo caso la sua allusione a una presunta mancanza di trasparenza poggia sul nulla. Il mio curriculum vitae è pubblicato sul sito istituzionale del Comune, con tutti i corsi e i seminari che ho svolto presso le Facoltà di Scienze Politiche delle Università di Bologna e di Pavia e le diverse pubblicazioni che ho avuto modo di produrre. Vorrei tanto che la stessa trasparenza nel rendere pubblico il proprio curriculum vitae sia mostrata non solo dai Sindaci e dagli altri amministratori pubblici, ma anche da altri soggetti che svolgono attività di pubblico interesse, come ad esempio coloro che scrivono su giornali e riviste e che dovrebbero concorrere in questa veste al progresso civile e culturale del nostro Paese. Vengo infine alla sua terza allusione, che riguarda il mio recente cambio di residenza. Le faccio notare che non me ne sono tornato a Reggio Emilia come lei scrive con tono un po’ canzonatorio, ma che per una parte della settimana continuo a lavorare a Penne e a Pescara, avendo sempre ben presente l’interesse di Penne e dei pennesi. Lo dimostra l’impegno che sto continuando a profondere nell’attività amministrativa anche negli ultimi giorni di mandato, e che ha consentito di raggiungere insieme all’intera squadra di governo importanti risultatati, come il salvataggio e il trasferimento dell’Ufficio Territoriale dell’Agricoltura dentro il Palazzo dell’ex Tribunale e l’avvio dei lavori per l’insediamento a Penne del distaccamento permanente dei Vigili del Fuoco. Ho avuto modo di studiare le pesanti limitazioni alle libertà di espressione e di stampa durante il periodo fascista, e questo mi ha insegnato a rispettare quelle libertà e a considerarle di primaria importanza per il nostro vivere civile. È altresì vero però che altrettanto rispetto verso il lavoro degli amministratori pubblici dovrebbero mostrarlo coloro che scrivono su giornali e riviste, i quali sarebbero tenuti, una volta ogni tanto, a mettere in rilievo anche ciò che di buono si è fatto, con assoluta onestà e nell’esclusivo interesse della propria collettività”.

NOTA DEL DIRETTORE. Gentile sindaco, accolgo volentieri, come sempre accaduto per i suoi comunicati in questi anni, il suo sfogo di fine mandato. Tuttavia è necessario puntualizzare alcuni concetti. Il primo. Lei ha cambiato residenza, ovvero ha lasciato Penne. Lo ha fatto prima, e non dopo, delle elezioni che designeranno il suo successore ed è stato libero naturalmente di poterlo fare. La residenza come è noto è diversa dal domicilio o dalla dimora perché, fra l’altro, consente di poter esercitare il diritto-dovere di votare nel Comune in cui si risiede giuridicamente. Ergo: lei non voterà il 5 giugno a Penne. Non lo ha fatto neppure nel 2011 perché residente a Reggio Emilia, salvo poi, a elezione ottenuta, acquisire la residenza pennese. La notizia del cambio di residenza pre-elettorale assume un certo significato politico e Lacerba l’ha data, lei non può smentirla. Il secondo concetto da precisare riguarda la sua eleggibilità. La mancanza di trasparenza è consistita nel non comunicare a suo tempo che lei detenesse una carica elettiva pubblica (consigliere di circoscrizione nel Comune di Reggio Emilia), quindi gli elettori pennesi e gli altri aspiranti alla carica di primo cittadino del 2011 non ne sapevano nulla. Una notizia del genere avrebbe meritato una divulgazione, non le pare? E invece nulla. Quanto all’azione popolare tesa a farla dichiarare ineleggibile, essa è passata in giudicato a Pescara dove si è fermata davanti al tribunale, cioè in primo grado, perché gli attori hanno rinunciato di certo anche per motivazioni finanziarie (il collegio giudicante pescarese ha usato la mano pesante per le spese di giudizio). Nelle dispute elettorali, a decidere in maniera autorevole è sempre la corte di cassazione, la Suprema corte, che proprio su questo versante fornisce l’interpretazione autentica delle norme specifiche. Lei ha vinto, certo, ma in primo grado. Qualcuno può sapere come sarebbe andata a finire nei gradi successivi di giudizio? Resterà un punto interrogativo. Il problema della trasparenza è ben altro. Anche sul titolo accademico di professore universitario lei con molta disinvoltura l’ha utilizzato spesso negli atti ufficiali del Comune di Penne eppure nei cinque anni di sindacatura lei non lo è stato. Lei è stato docente universitario a contratto solo per qualche anno, ben prima di essere eletto a Penne. Uno status pertanto che non le consentiva di fregiarsi del titolo accademico di professore al di fuori degli unici periodi in cui ha insegnato regolarmente presso l’università di Pavia. Un primo cittadino è tale quanto più è trasparente.

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