PENNE – Ci mancava anche l’indebitamento per costruire la nuova scuola “Mario Giardini” in via dei Lanaioli: altri 200 mila euro più o meno ogni anno per i prossimi 25 e senza che i pennesi ne siano proprietari: pagheranno il canone del contratto di disponibilità all’impresa Corbo Group spa.
“Il Comune ha un bilancio caratterizzato da una rigidità strutturale che si regge grazie alla leva fiscale ed ha limitate risorse extratributarie (per i servizi incassa appena il 25,34%, ne perde così circa il 75), risente della costante presenza di debiti fuori bilancio che gravano annualmente su una gestione peraltro già appesantita dall’elevato indebitamento di prestiti”, sostiene la dottoressa Antonella Cicoria, responsabile dell’area finanziaria del Comune nella sua relazione. Ogni anno per rimborsare i mutui il bilancio si priva di un milione e 510 mila euro: denaro che erode le entrate correnti. “L’ente, a seguito dei numerosi contenziosi e passività potenziali in atto, si troverà ad affrontare delle criticità che aggraveranno ancora di più l’equilibrio dei bilanci successivi”. E’ allarme rosso, il Comune è virtualmente in uno stato di dissesto che però evita di far emergere con atti ufficiali. Per quest’anno l’ente locale vestino spera di incassare 390 mila euro dalla lotta all’evasione tributaria. Ma altri 575.403 euro li devolve per debiti fuori bilancio e transazioni per il prossimo triennio, di cui 176 mila euro in relazione al bilancio 2014. Il Comune così si trova a fare i conti con i creditori le cui fila s’ingrossano sempre di più. Non è tale però la Ciajka, la cooperativa sociale che per tanti anni ha garantito i servizi sociali prima di essere scalzata dall’appalto che nel 2008 vide lo sbarco della toscana Agorà. L’amministrazione D’Alfonso non intende riconoscerle il suo credito di 212 mila euro: per la dottoressa Antonella Cicoria, non è certo, né liquido né esigibile. Stesso discorso per gli 8.591 euro reclamati dalla Cogecstre. Ma per il resto l’elenco è importante. Si è intanto conclusa la causa che i congiunti dell’architetto Vincenzo Di Simone, già assessore e consigliere comunale, intentata nel 2005 al Comune, all’Arcidiocesi ed alla parrocchia per i danni all’immobile di famiglia in via De Caesaris prodotti da infiltrazioni d’acqua piovana e dagli scarichi di un bagno: incasseranno 204.707 euro dalle Assicurazioni Generali che ha salvato il Comune. Trovato poi l’accordo fra l’ente pennese e la Ce.r.in. srl di Bitonto, la società che gestì le esazioni tributarie per un decennio. Dai 301mila euro spettanti di diritto ai pugliesi, a rate annuali, fino al 2018, il Comune verserà loro 290 mila euro. Con la CPL Concordia, si rivede l’accordo siglato a fine 2013. Le casse comunali non ce la fanno a pagare per quest’anno i 75 mila euro pattuiti. Le rate di 250 mila euro, derivanti dal saldo fra dare ed avere di quel rapporto finito male per la gestione della cittadella dello sport, andranno fino al 2018. Alla Ecoemme, società in liquidazione, vanno versati 748 mila euro. L’ente ha pagato la sorte capitale richiesta nel decreto ingiuntivo. Ora Ecoemme rinuncia agli interessi legali e si obbliga a rinunciare agli atti del decreto ingiuntivo del 2012. C’è poi un contenzioso concluso, ma non quantificato, per cui il Comune comunque dovrà sborsare denaro ai privati. Si tratta dei giudizi davanti al TAR di Pescara vinti da Raffaele Buccella e Giuseppe Iannacci, espropriati ma non indennizzati con procedure avviate vent’anni fa. Il giudice ha disposto che dovranno incassare il 10% del valore venale dei terreni. Alla valutazione deve provvedere il Comune in contraddittorio con i privati che avranno diritto agli interessi legali e all’indennità di occupazione temporanea. Ma c’è di più: l’opera pubblica costruita deve esser rimossa perché l’area deve tornare al suo stato originario. Ancora. I finanziamenti ex Agensud della banca dell’Adriatico: da riconoscere un debito pari a 423.732 euro richiesti già nel 2012. Stesso discorso per la Unipol Assicurazioni: ha diritto ad un recupero di franchigie pari a 66 mila euro. Il contenzioso in essere è un’altra pagina delicata per il futuro finanziario dell’ente. Come la vertenza che gli eredi di Antonio Petrucci hanno ancora in corso per il mancato pagamento degli espropri per la cittadella dello sport in contrada Campetto. Importo richiesto: 188 mila euro, qualche giorno fa sono state precisate le conclusioni davanti al giudice. La Dino Di Vincenzo reclama ancora gli interessi per ritardato pagamento dello stato di avanzamento lavori di risanamento e mitigazione del rischio idrogeologico. Richiede 54 mila euro, appuntamento in aula nel febbraio 2017!A gennaio si tornerà invece a parlare di quanto liquidare alla famiglia Cutilli per un esproprio mai pagato al Carmine dove fu costruito il centro socio sanitario, in parte inutilizzato. Il fascicolo è stato riassunto dalla corte d’Appello aquilana dopo l’intervento della cassazione. Il Comune dovrà comunque pagare, ma il quantum è da decidere con un supplemento di perizia tecnica. Si tratta di 257 mila euro da rivalutare più interessi, nonché 106 mila euro a titolo di risarcimento del danno per occupazione illegittima. Una stangata all’orizzonte per una causa iniziata nel 1988. Causa non ancora conclusa quella di Evangelista-Cerqueti. A febbraio il giudice ha respinto alcune richieste avanzate dai privati in relazione ai danni conseguenti allo smottamento di un terreno comunale nella cittadella dello sport. La perizia ordinata dal tribunale evidenzia l’importo per il ripristino dello stato dei luoghi: 320 mila euro. A maggio del 2015 ci sarà l’udienza di discussione davanti al tribunale delle Acque di Roma della causa promossa dagli eredi Baroni per i danni al proprio fabbricato di San Francesco: richiedono 186 mila euro. Bruno Buccella non ha reclamato fin qui risarcimenti per i danni all’immobile di contrada Cirolo causati dai liquami della fognatura comunale. C’è stato un accertamento tecnico preventivo che ha definito la vicenda. Per ciò che concerne le spese legali è in corso una ricognizione degli incarichi degli ultimi venti anni. Tutto fermo dunque. Si è parlato però di oltre 250 mila euro pretesi dall’avvocato Andrea Modesti.