I “SAPIENTONI”

Caro Frisa, ti ringrazio della lusinga per avermi attribuito una grande sapienza (“sapientone”..) che in verità m’imbarazza perché come la ragione è dei fessi, la sapienza è degli illusi (di cosa, lo dirò in altra occasione) e poi perché chi si loda s’imbroda e ho sempre evitato d’imbrodarmi.

Però, visto che l’hai messa sul piano del “sapere”, ti seguo. Anzitutto, però, devo farti notare che forse quell’essere “sapientone” che mi affibbi, dal vago sapore irrisorio, dev’essere stato solo l’involontario transfer di un pensiero autoreferenziale. Per mio conto, infatti, non ho mai preteso di leggere nei pensieri altrui, se non in termini dichiaratamente ipotetici e dubitativi. Per esempio, e contrariamente a illogiche congetture di qualche furbetto acquartierato, improvvido nel rigirare frittate, nel parlare della partecipazione comunale in Vestina Gas, ho richiamato le fonti ostative al possesso delle quote societarie, peraltro a tutti note, ma, stando alle carte, ancora ignorate dal comune e ho iperbolicamente ipotizzato (scrivendo “magari”, che vuol dire: forse, può essere …) che il comune auguri un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) a chiunque, come me, gli menzioni leggi statali e ispettori ministeriali contrastanti con quel possesso di quote. Una supposizione iperbolica, appunto, non l’asserzione certa che il comune voglia farmi passare per matto! Tu, invece, ti mostri così tanto sapiente, si direbbe “sapientone”, da rifuggire formule dubitative o iperboliche, esprimendo certezza sul fatto che ti avrei posto una domanda, giunto al punto dei tuoi ragionamenti nel quale mi tiri in ballo. Mi spiace contraddirti, ma quella domanda non te l’avrei posta. Anzi, manco a farlo apposta e per coincidenza, proprio commentando, sabato, qualche ora prima di te, i due episodi di grave disfunzione nel soccorso sanitario del 118, anche da te richiamati, ho anticipato il tuo pensiero, sostenendo che di quei problemi devono farsi carico proprio i soggetti istituzionali che hanno voce in capitolo e, in alternativa, la Procura della Repubblica, che può anche agire d’ufficio, sulla scorta delle sole notizie di stampa. Direi quindi che il “sapientone” lo hai voluto fare tu dicendoti certo che ti avrei posto la domanda da te stesso formulata ma da me invece non condivisa perché contraddittoria rispetto alla logica delle mie manifeste indicazioni. E tuttavia, poiché, in ogni caso, ti apprezzo per il tuo impegno, costante e genuino, pur se un po’ sconclusionato, ti offro l’opportunità di confermarmi l’epiteto del “sapientone” spiegandoti che la tua analisi delle vicende sanitarie è irragionevole. I recenti episodi non c’entrano con l’Ospedale! L’organizzazione del soccorso extraospedaliero a partire dalla normativa dettata dal dpr 27 marzo 1992 è autonoma ed è gestita dal 118 che costituisce la rete dell’emergenza urgenza sul territorio (SSUEm). Anche se il San Massimo fosse un ospedalone super attrezzato quegli episodi si sarebbe ugualmente verificati, perché il soccorso non sarebbe comunque dipeso dall’Ospedale ma dal 118! Finché rimarrà questa organizzazione legislativa nazionale, è il 118 che deve essere funzionare in modo efficiente e idoneo ad assicurare un soccorso efficace e immediato. Cogliere lo spunto delle due vicende di cronaca, come hai fatto tu, per rimettere al centro il problema dell’Ospedale è un errore, anche fuorviante, perché non inchioda alle responsabilità proprie del 118 chi se ne deve occupare in maniera appropriata e atta a prevenire le situazioni verificatesi. Mischiando ceci e fave, non si selezionano né le une né gli altri. Dunque, come nella difesa del San Massimo, anche qui emerge un equivoco di fondo. Per l’Ospedale, quello di confondere gli interlocutori decisionali con quelli ininfluenti; per il soccorso extraospedaliero, il SSUEm 118 con la rete ospedaliera, ad esso estranea. Converrai con me (che pure condivido incondizionatamente gli obiettivi di tutela della salute che persegui, al di là di tutto) che i ragionamenti da te svolti per conseguirli portano fuori strada! Inoltre, se anche tu ritieni che, istituzioni a parte, un’iniziativa civica (sottoscrizione di un documento dedicato, ecc.) sia utile almeno per porre all’attenzione di Autorità a vario titolo la questione del soccorso sanitario extraospedaliero, volentieri mi assocerei. Infine, Lacerba non è la “Pravda” di nessuno. Con apprezzamento.

Giovanni Cutilli

LA LETTERA DI GABRIELE FRISA

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