PENNE – Emidio Camplese, promotore di “Penne Città Aperta”, traccia il profilo del nuovo movimento politico che si è, da poco, affacciato sulla scena pubblica vestina. Laureato in Scienze Politiche, giovane assicuratore, Camplese suona la carica.
Cosa rappresenta Penne Città Aperta?
“Vogliamo rappresentare l’alternativa rispetto all’attuale modello amministrativo offerto sinora da una parte politica ben riconoscibile, che ha prodotto solo una deflagrazione del bilancio comunale e generato pochi benefici per la città. Siamo un gruppo di persone che vogliono determinare il cambiamento per troncare il cordone ombelicale con il passato, persone che non hanno mai amministrato. Lo ribadisco: noi non ci schieriamo contro nessuno. Ci confrontiamo con i programmi e non siamo segregazionisti”.
Invocate il cambiamento anche rispetto agli uomini. Perché?
“Mi sembra normale che il rinnovamento debba passare anche attraverso la selezione di una nuova classe dirigente. Noi giovani rappresentiamo il presente e la politica per noi non è un mestiere bensì è una passione. Quindi scendiamo in campo perché vogliamo contribuire a migliorare Penne”.
Come è stato l’impatto con i cittadini?
“Abbiamo registrato diverse adesioni, i cittadini sono interessati. Vogliono il cambiamento. Non abbiamo strutture partitiche alle spalle o centri amministrativi pubblici che dispensano clientele; possiamo offrire loro due caratteristiche per noi importanti: credibilità e onestà”.
Chi sostiene invece “Penne Città Aperta”?
“Abbiamo il sostegno dei movimenti cattolici, alcune associazioni e i partiti liberali, ma soprattutto uomini e donne che vogliono contribuire alla crescita sociale di Penne. Una sorta di agorà della buona politica”.
Quali saranno i prossimi obiettivi?
“Incontreremo associazioni locali e rappresentanti delle istituzioni per ascoltare le criticità della base e raccogliere le proposte. Poi stileremo il programma amministrativo che presenteremo ai nostri elettori”.
Lei ha avuto alcune esperienze professionali significative. L’ultima delle quali a Bruxelles, dove ha stretto una collaborazione con il Partito Popolare Europeo. Come potrebbe tornare utile per la città?
“In tema di politiche comunitarie, a Penne, ho registrato un impegno modesto. In Europa abbiamo moltissime opportunità da cogliere e sfruttare, visto anche la situazione finanziaria disastrosa che soggiorna nel Comune. Voglio far notare che non tutti i progetti sono finanziati con le compartecipazioni verticali. Penso, ad esempio, al settore culturale, energetico e infrastrutturale. Poi abbiamo il PSR e fondi destinati a sociale e formazione. Purtroppo ho notato che il Comune di Penne ha investito, in termini di progettualità, molto poco negli ultimi anni nel settore comunitario”.
Secondo lei il sindaco Rocco D’Alfonso sarà ricandidato?
“Perché non lo dovrebbe essere. A un sindaco il secondo mandato non si nega mai. In caso contrario, sarebbe la certificazione politica del fallimento amministrativo della maggioranza di centrosinistra”.
Berardo Lupacchini