Caso D’Alfonso: la Gazzetta di Reggio Emilia si occupa della vicenda del sindaco di Penne

REGGIO EMILIA – Anche la Gazzetta di Reggio Emilia, il principale quotidiano del centro emiliano, si è occupato dalla vicenda dell’ineleggibilità di Rocco D’Alfonso.

Domenica è stato pubblicato un lungo articolo dove viene raccontato l’accaduto. Riportiamo il testo pubblicato sulla Gazzetta di Reggio Emilia.

REGGIO EMILIA – È stato consigliere di circoscrizione qui a Reggio. E per questo motivo ora rischia di dover dimettersi da sindaco di Penne, comune abruzzese in provincia di Pescara di circa dodicimila abitanti. È quanto chiedono da Forza Italia Abruzzo e Nuovo centro destra Abruzzo al sindaco Pd, Rocco D’Alfonso, che al momento della sua candidatura a primo cittadino, a capo della lista Per Penne, il 15 maggio 2011 risultava fosse anche consigliere nella circoscrizione Città Storica. Un particolare che potrebbe costare la decandenza al primo cittadino abruzzese, portato alla luce dall’opposizione di centrodestra che ha intenzione di presentare un ricorso sulla base dall’articolo 60 del Testo unico per gli enti locali, nel quale sono elencate le norme che regolamentano l’ineleggibilità di sindaci, presidenti della Provincia, consiglieri comunale, provinciali e circoscrizionali. Secondo le opposizioni, D’Alfonso avrebbe dovuto dimettersi da consigliere di circoscrizione entro il 15 aprile 2011, trenta giorni prima di presentare la candidatura a sindaco di Penne. Solo il 5 luglio 2011, invece, con già quasi due mesi di mandato da sindaco alle spalle, è stata indirizzata al Comune di Reggio Emilia la sua volontà a lasciare la carica da consigliere di circoscrizione: una richiesta poi protocollata solo il 17 agosto nella sede della Città Storica. Una volta presentato il ricorso, entro trenta giorni dal deposito dell’istanza, il tribunale amministrativo di Pescara – tramite il rito speciale previsto per le materie elettorali – potrebbe pronunciare la decadenza del sindaco, a meno che il primo cittadino non si dimetta anticipatamente lasciando il suo posto all’attuale vicesindaco. Una ipotesi che per il momento D’Alfonso non vorrebbe prendere in considerazione. E per questo motivo ha contattato un pool di giuristi, ai quali affidare il caso. «Sto acquisendo alcuni pareri legali – afferma al telefono, proprio mentre si trova a Reggio, dove tuttora risiede la sua famiglia – la questione è molto controversa, ma credo che comunque possa risolversi positivamente, perchè dovrebbe trattarsi di una ineleggibilità orizzontale. L’articolo 60 del Testo unico per gli enti locali è di dubbia interpretazione e al riguardo c’è una giurisprudenza molto scarsa». Al momento della convalida dell’elezione, a giugno del 2011, D’Alfonso avrebbe autocertificato l’assenza di ostacoli per l’assunzione della carica. E in Abruzzo gli esponenti del Pd sperano che si sia trattato solo di una svista, che comunque potrebbe costare il commissariamento del Comune o le elezioni anticipate. Quanto alla norma, secondo il testo non sarebbero eleggebili «sindaci, presidenti di provincia, consiglieri comunali, provinciali o circoscrizionali in carica, rispettivamente in altro comune, provincia o circoscrizione». (e.spa.)

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