Nella sua veste di avvocato Marco Alessandrini, sindaco del partito democratico di Pescara, è creditore del suo collega pennese, Mario Semproni, di 37 mila euro per un dossier aperto nel lontano 2010. Alessandrini aspetta che il primo cittadino vestino chiuda il conto aperto per quell’attività che il legale ha svolto nei confronti dell’Aca e dell’Ato a favore del Comune di Penne che vanta verso i due soggetti un credito di quasi un milione di euro: una richiesta finita però nella procedura di concordato preventivo dell’azienda acquedottistica e che dunque non sarà onorata pienamente. Ora le parcelle di 37 mila euro del sindaco di Pescara sono all’esame degli uffici del Comune di Penne. L’incarico venne affidato sette anni fa al figlio del giudice Emilio, assassinato a Milano nel 1979, ed originario proprio di Penne, dall’allora primo cittadino Donato Di Marcoberardino. “Stiamo valutando tutte le pratiche aperte e le potenziali passività”, osserva Gilberto Petrucci, assessore al bilancio della giunta Semproni che ha predisposto il bilancio di quest’anno. Marco Alessandrini non è il solo legale che aspetta di essere pagato. Andrea Modesti ha in corso un accordo che lo porterà in più anni a ricevere 300 mila euro. 23 mila euro anche a Giulio Cerceo, poco più di 11 mila euro a Walter Putaturo, che fu anche a capo del comitato di controllo degli enti locali, poi soppresso. Fra i creditori anche l’avvocato Paolo Grugnale, presidente della Vestina Gas srl: a lui 23.370 euro. A Giuseppe Cutilli 14.116 euro e ad Anna Giovanna Romanelli quasi 14 mila euro per altre pratiche istruite negli anni scorsi. Intanto, un’altra situazione andrà gestita dall’assessore Petrucci. Il tribunale regionale delle acque di Roma ha condannato l’ente locale a risarcire la famiglia Baroni per le perdite d’acqua riscontrate nella proprietà di viale San Francesco. Quasi 40 mila euro cui bisognerà aggiungere la rivalutazione monetaria e gli interessi legali dal 1995. Potrebbe intervenire una transazione, l’ennesima. Al 31 dicembre 2016 la situazione debitoria vede il Comune alle prese con oltre 2 milioni e mezzo di euro di cui quasi un milione e mezzo di potenziale passività poiché è ancora in corso un contenzioso giudiziario. A tutto ciò vanno aggiunti 16 milioni 389 mila euro per i 59 mutui accesi dagli anni ‘80 al 2010. E nel 2015 c’è stato un riaccertamento straordinario dei residui passivi che ha dato luogo a 3 milioni e 575 mila euro di altri debiti che l’ente locale sta fronteggiando con un esborso annuale di 119 mila euro. Restano in piedi altri residui passivi pari a quasi 2 milioni di euro per debiti non pagati dalla ragioneria per carenza di liquidità e che risalgono a due, tre anni fa: in alcuni casi mancano persino i documenti giustificativi. La salvezza è riposta nella vendita del 40% delle quote della Vestina Gas srl, la società mista che si occupa del metano. Si attende la perizia di stima, la seconda in due anni, affidata ad un commercialista di Milano. Con gli introiti dell’operazione il Comune potrà respirare.