Incontro con Piero Peduzzi, anima del progetto “Pasta Tracker” che vince con Rustichella d’Abruzzo la call di Horizon 2020 e dimostra l’alleanza tra qualità dell’artigianalità e innovazione digitale in un’applicazione della blockchain alla tracciabilità della filiera della pasta.
Esiste un modo per coniugare la qualità delle aziende artigianali abruzzesi al respiro internazionale, necessario perché nello sviluppo globale siano protagoniste di un taglio di traguardo unico.
Un modo che parla la lingua dell’alta formazione, della conoscenza delle strategie di implementazione aziendale, della dimestichezza nell’uso della tecnologia digitale ed oggi, dinanzi a noi, quella maniera materializza un nome, un contesto imprenditoriale e l’innovazione come punta di diamante: Piero Peduzzi di Rustichella d’Abruzzo, azienda con sedi a Pianella e Moscufo ed un progetto qualificato, premiato a livello europeo, sulla tracciabilità della filiera produttiva della pasta. “Pasta Tracker”, appunto.
L’imprinting lo si deve a questo ragazzo di appena 28 anni e così partiamo proprio da lui per raccontare una nuova esperienza, seguendo il filone che come giornale alimentiamo, di una azione locale pensata per compiere il giro del mondo e diventare un caso, di crescita economica, di orgoglio, di scelta da parte dei consumatori.
Piero, nell’esternare la gioia di poterti intervistare, vorremmo partire dalla tua esperienza personale di formazione in una delle più prestigiose università economiche a livello internazionale e sul come tu l’abbia inserita in Rustichella d’Abruzzo
Grazie a voi per l’invito. Il punto di partenza è la laurea in Inghilterra, conseguita nel 2015, in Economia con indirizzo e specializzazione in Marketing. Essendo molto appassionato del mondo Automotive la prima esperienza lavorativa è stata in questo ambito: ho lavorato, infatti, per un anno e mezzo a Barcellona, per la multinazionale Bosch e, precisamente, ad un progetto dedicato a Mercedes- Benz.
Ho poi sentito l’esigenza di completare il percorso formativo, di farlo in Italia e di farlo a Milano, presso l’Università Bocconi nel Master in strategie aziendali (MISA). Dopo l’anno di master, la mia passione era ancora lì ad attendermi con la medesima forza, così sono andato a Praga a lavorare per Porsche dove ho imparato veramente tanto. E quel tanto è stato il bagaglio per ritornare a casa, nell’azienda di famiglia, Rustichella d’Abruzzo, appunto. Attualmente mi occupo della gestione di alcuni mercati internazionali e, principalmente, della gestione del pastificio Gustora in India! Sono nel mio ambito di competenza, infine, alcune tematiche importantissime legate alla digitalizzazione
Internazionalizzazione e innovazione digitale, è attraverso queste pratiche che è nato “Pasta Tracker”che ha vinto il bando europeo Horizon 2020?
Esattamente, un progetto importantissimo sia per i consumatori finali, sia per l’azienda perché con il finanziamento totale di Horizon 2020, dell’IoT4 Industry, siamo riusciti in un anno e mezzo a sviluppare tutta la blockchain all’interno di Rustichella d’Abruzzo. Lo abbiamo fatto in partnership con Pmar, azienda svedese sviluppatrice di tecnologie avanzate e abbiamo creato questo pilot project che si è completato con l’apertura di un digital store a Pescara, rilevando così tutta la connessione tra tecnologia del Qr Code e blockchain che ha permesso la tracciabilità della linea Primo Grano, lavorazione di grano 100% abruzzese e questa determinazione territoriale ha permesso a tutti gli stakeholders di essere inseriti all’interno della blockchain, da chi ci fornisce il grano al dove il grano viene stoccato ma anche le informazioni sul quando la pasta viene prodotta e a quale temperatura. Scannerizzando il Qr Code, il consumatore finale ha la possibilità di accedere a tutte queste informazioni, capire in modo trasparente, sicuro ed esauriente cosa andrà a comprare.
E’ un grande progetto e sono molto orgoglioso di averlo completato. Stiamo andando avanti, però, estendendo la tecnologia a tutta la gamma dei prodotti, quelli per intenderci delle altre linee. I risultati si prevedono ottimi ma non solo sotto l’aspetto dell’incremento delle vendite ma anche sotto il profilo etico dell’azienda e nel rapporto fiduciario con i clienti.
La garanzia della tracciabilità è un aspetto molto importante e voi l’avete realizzata grazie allo sviluppo di questa tecnologia blockchain che , in Italia, produce una ricchezza pari a 30 milioni di euro sebbene il nostro paese risulti tra i meno avanzati in ambito tecnologico. Secondo te quali sono le potenzialità del blockchain in un settore strategico come quello dell’agroalimentare?
Bella domanda. La blockchain puo’ essere utilizzata non solo nel settore delle cryptovalute, in particolare dei bitcoin, ma in tanti altri ambiti. Sta cominciando a toccare tutto quello che nel tessuto imprenditoriale va oltre come ad esempio nel settore food nel quale, è vero che si fa un po’ più di fatica rispetto a quello tecnologico ma subentra qui la vera sfida e la vision aziendale, quanto l’azienda intenda mettersi in gioco e fare questi tipi di progetti. Tutti possono partecipare ad una call di Horizon 2020 o partecipare ad un bando sullo sviluppo a patto di avere una definita organizzazione interna, avere partner affidabili in sintonia con la propria filosofia aziendale, sapere cosa si sta facendo e cosa si vuole portare verso il consumatore finale. Sono progetti abbastanza complessi, Horizon 2020 richiede una serie di adempimenti anche burocratici ma poi, una volta, avuto l’accesso, i benefici sono notevoli. Specie di questi tempi. Con il COVID abbiamo avuto quello che in inglese viene indicato come boost, un cambio epocale nel quale 6 mesi corrispondono a 10 anni di avanzamento dal punto di vista tecnologico e siamo solo all’inizio; quindi bisogna lavorare molto perché quello che ci si para davanti è uno scenario infinito.
Un altro valore trasmesso nella tracciabilità, sempre dalla Blockchain, è quello della sicurezza, sappiamo che svilupperete una app nel 2020 con l’azienda VividaWeb, azienda sviluppatrice e promoter di innovazione tecnologica di applicazioni native e web. E’ corretto?
Sì. La blockchain è importante sotto questo aspetto. Praticamente accade che, avendo inserito, ad esempio, i produttori di grano, quando questo arriva in azienda la blockchain permette l’arresto del dato in modo che rimanga tutto tracciato, il giorno di arrivo, lo stoccaggio, la consegna, quando è stato prodotto. Qualora dovesse accadere qualche criticità sapremo dove intervenire perché nessuno sarà in grado di cambiare quel dato inserito. Per quanto riguarda la app la vogliamo sviluppare tutto quello che riguarda la vendita online che, adesso, è in fase di espansione. Pensiamo di potenziare il sito dedicato all’e-commerce casarustichellain.com/it, ci sarà una facilità d’uso e d’acquisto ma anche la possibilità, per la community dei clienti, di essere aggiornata sulle novità corporate. Saranno presenti sia i dati tecnici come quelli del mondo blockchain, sia quelli più valoriali e commerciali.
Rustichella d’Abruzzo è ormai un esempio, esportando in 70 paesi in tutto il mondo. C’è una chiave, oltre internazionalizzazione e innovazione, che ti senti di voler consigliare al mondo imprenditoriale abruzzese?
Io a marzo ero in India e sono tornato il 7 marzo. Siamo riusciti a non chiudere e gestire tutta la situazione nel settore HR, grazie a tutti i collaboratori, in modalità remoto. Ci siamo subito focalizzati sulle possibili soluzioni; abbiamo costituito un team di lavoro sull’innovazione digitale ed abbiamo elaborato il progetto “Trafila digitale” in cui sono state inserite le riflessioni necessarie. L’innovazione sia a livello produttivo, sia nell’online hanno funzionato e da marzo ad oggi non ci siamo fermati ed abbiamo tenuto duro. i risultati si sono visti. Quindi ti direi che la risposta è: sfruttare al massimo il mondo digitale per permettersi di non mollare mai.
Ad esempio, superando la vecchia logica dei consorzi o, meglio renderli innovativi ed in grado di renderli un progetto pilota come il vostro?
Sicuramente sì ed il discorso è molto interessante. Le cose si devono fare con uno scopo ed una logica misurabili, fattibili. In caso di proposte concrete di costituzioni di consorzi di questo tipo sono favorevole ma bisogna capire gli obiettivi da raggiungere e lo scopo concreto. Se c’è la prospettiva di raggiungere certi risultati con scopi raggiungibili nel medio-lungo termine sulla filiera dei prodotti sono favorevolissimo a tali iniziative. Servono voglia, dedizione e capacità di raggiungere gli obiettivi.
Quanto conta il dialogo tra politica, Università, alta formazione ed il mondo delle imprese, per realizzare ciò di cui stiamo parlando?
Molto. Senza aiuti di università e centri di ricerca diventa difficile a livello aziendale fare tutto internamente. Sono fondamentali gli aiuti che vengono dall’esterno: risorse di bandi europei, collaborazioni con università e centri di ricerca internazionali. Ricercatori universitari sono bravissimi nello sviluppare progetti interessanti dal punto di vista tecnologico; la collaborazione con le aziende aiuta a renderli operativi. Quando ci si confronta nasce sempre qualcosa di buono e fioriscono nuove idee intelligenti. Collaborare con enti che sono più all’interno di questi campi; poi l’azienda mette gli asset e si offre come base di sperimentazione.
Non pensi che però, l’ente pubblico dovrebbe facilitare il confronto magari snellendo le procedure burocratiche?
Certo. Più la situazione è lean, facile, le procedure a livello burocratico sono più snelle e veloci, più il progetto si riesce a portare a compimento in tempi celeri. Gli aiuti da parte degli enti pubblici, anche di carattere economico, sono importanti: blockchain è sostenuto da Horizon 2020; senza sarebbe difficile creare partnership e portarle avanti con risultati apprezzabili. A livello regionale è più difficile trovare situazioni favorevoli del genere. Diventa quindi fondamentale costituire consorzi in cui la componente tecnologica è il PIL, il pilastro fondamentale dell’azienda. Bisogna inseguire la tecnologia in questo momento. Rustichella d’Abruzzo ha avuto sempre nel dna come parola d’ordine l’innovazione, prima a livello di prodotto, oggi a livello di prodotto e aziendale. Quando queste due strade si incontrano l’azienda ha un life cycle, una vita sempre all’avanguardia. E’ come se questa curva non cadesse mai, va sempre a crescere e ad allungare la vita della compagnia spingendo sempre la parte dell’innovazione tecnologica e quella del prodotto.
C’è un approccio giusto da avere anche con il marketing, che spesso anche molti organi di informazione confondono con i termini vendita o pubblicità?
E anche con i post di Instagram e Facebook!
Il marketing è qualcosa di più profondo. Ha 4 parole: Price, Place; Product, Promotion. Una volta che si riesce ad organizzare l’azienda intorno a questi 4 pilastri poi si può sviluppare un piano marketing che solo alla fine sfocia in qualcosa di più commerciale, in quel tocco finale che c’è tra il prodotto ed il consumatore finale. Prima di quella fase c’è tanto altro: lo studio di come si realizza un prodotto, dalla creazione di un packaging allo storytelling in particolare, il prezzo attribuito e cosa ha condotto a quel prezzo, dove si va a promuoverlo, bisogna cioè incorporare tutti i valori aziendali nel prodotto che si crea. Altra distinzione da tenere a mente quella tra marketing digitale ed il marketing & sale, cioè la strategia di vendita che porta a raggiungere il fatturato a fine mese ed a fine anno. Il marketing è qualcosa di “caldo”, è molto più di un post “freddo” su Instagram o su qualsiasi altro social network.
Con Lacerba stiamo cercando di mostrare ai giovani, sfiduciati dalla pandemia e dalla congiuntura economica internazionale sfavorevole che investire in alta formazione e nei settori innovativi permette di raggiungere risultati eccellenti. Cosa consiglieresti ad un tuo coetaneo?
Ognuno di noi è diverso, ognuno di noi ha delle attitudini ed un carattere, ognuno di noi, quindi, può fare la differenza se si crede in quello che si fa. Una volta si diceva “volere è potere”. Questo come atteggiamento generale, nello specifico credo che coloro che hanno studiato da Web Developer e Computer Science avranno possibilità di impiego notevoli perché tante sono le aziende che vogliono sviluppare al proprio interno soluzioni tecnologiche di livello, pensiamo ai siti web e-commerce, tante sono le aziende alla ricerca di risorse umane motivate e competenti. Per chi è laureato in economia è un po’ più difficile: ci sono settori che con il COVID sono esplosi come il farmaceutico, il packaging food ed i trasporti. Il COVID non ha bloccato le assunzioni; ne ha bloccate alcune ma ha aperto tante strade nuove. Le start-up di oggi vivono un boom perché ci si può inventare qualcosa di estremo e i giovani come me possono reinventarsi ed aprire nuovi orizzonti.
Orizzonti diventa improvvisamente la parola chiave: in fondo Piero non ci ha detto nulla di meno e nulla di più di quello che dicevano i nostri nonni che partivano a cercar fortuna all’estero e tornavano vincitori di un sogno di avere una casa e di poter far crescere i figli nella sicurezza e nella dignità. Quanti pionieri hanno fatto grande Torino, Milano o le grandi città all’estero semplicemente con nuove idee. Il mondo da allora è cambiato come oggi il mercato cambia ma gli orizzonti, quelli da squarciare, sono gli stessi.
Grazie Piero, per avercelo ricordato.
Sabrina De Luca Aldo Di Fabrizio