C’è stato un tempo nel quale, parafrasando una canzone di Francesco De Gregori, tra la vita e la morte… gli uomini e le donne italiane scelsero l’America. La nostra storia, come un moderno Titanic di parole e ricordi, comincia proprio da una donna di nome Lucia Nobilio e da un uomo, Guido Acciavatti, entrambi di Loreto Aprutino in provincia di Pescara, e da un felice The End che porta la firma della nipote Barbara Zippi.
Siamo sul finire del 1921: la prima fase della grande immigrazione si è quasi conclusa, molti degli abruzzesi emigrati negli States hanno fatto fortuna e possono decidere di metter su famiglia. Guido Acciavatti, detto lu Milord, è uno di questi. Ma per farlo vuole ‘na spose che sia del suo stesso paese, con i capelli che sanno di pane e olive e negli occhi le medesime nostalgie da cullare e curare. Quando Zopito Nobilio conduce la sorella Lucia in Pensylvania, non le chiede certo se voglia maritarsi, l’amore si doveva imparare a cercarlo come l’oro, con pazienza e abnegazione. Si sposano da lì a pochi giorni e dall’unione nasceranno, Rita, John, Remo, Orlando, Anna, Livia ed Irma.
Rita, nel proseguo moglie di Mister Tony Zippi, darà alla luce Barbara, Lucia e Vincent.
Barbara cresce, è una donna piena di energie, diventa corrispondente del Delaware Valley Italian American Herald, un mensile al servizio della comunità italo-americana. In nome di quel senso comunitario allargato mantiene solidi i rapporti con tutti i cugini e nipoti che, nel frattempo, a Loreto Aprutino, continuano ad infoltire i due rami familiari dei Nobilio e degli Acciavatti. Un modo per rendere onore a quella nonna italiana dalla quale ha appreso l’arte di incastonare, con affetto, le pietre di un ponte lungo 11000 km. Di avere cura delle radici che rendono lei stessa “un’americana un po’ italiana ma tanto abruzzese“. L’Abruzzo è nel suo sorriso, negli abbracci che non lesina, nella generosità degli sguardi, nell’entusiasmo che, malgrado tutto, anche noi non abbiamo perduto nell’accogliere i forestieri.
Nel gennaio 2022 Barbara viene a Loreto Aprutino e permane per circa un mese. Questa vacanza diventerà, appunto, una pagina della sua rubrica “Ciao Bella Living Italian Style“, in quel mese l’incontro con Lacerba è quasi un obbligo del destino: le regaliamo delle copie del nostro giornale, lo scambio è appassionato, in fondo, seppur da due latitudini differenti, parliamo entrambe del medesimo paese con lo stesso sentimento seppur con diverse illusioni.
Lacerba è una tappa di un viaggio bellissimo di cui Barbara fa un resoconto dettagliato ai lettori americani, non dimenticando nessuno dei suoi zii e cugini, parlando del cibo, di come si prepari, degli usi italiani, di chiese e musei, persino dello shopping! Ma ad una emozione lei lascia la suggestione più significativa. Prepotente, tra pane, olio e arrosticini, si fa largo quello che veramente lascia tutti i visitatori senza fiato: la distesa degli olivi che, dal profilo del Gran Sasso si assottiglia –senza mai scomparire– fino allo scorgere del Mar Adriatico. La chiave della svolta starebbe lì, palese come il segreto di Pulcinella eppure non così tanto da obbligare a fare uno sforzo in più per renderlo migliore, per farne un vero parco della meraviglia.
“I needed to feel the energy of the Gran Sasso Mountains“. Avevo bisogno di sentire l’energia del Gran Sasso. C’è una voce atavica che irrompe, è quella di nonna Lucia. Non si muore se non si viene dimenticati. Grazie Barbara, per avercelo rammentato con un gaudente avvolgente, coinvolgente…WOW!
Sabrina De Luca