PENNE – Il verbale n° 95 del 13 marzo 2013 stilato dai membri del Comitato di gestione della Riserva regionale “Lago di Penne” è un bollettino di guerra.
L’area protetta pennese rischia – secondo le denunce messe nero su bianco dal gestore – di chiudere i battenti. Il quadro contabile stilato dal direttore della Riserva regionale, Fernando Di Fabrizio, nonché Presidente della Cooperativa Cogcstre, che da oltre un trentennio gestisce l’invaso artificiale, è di colore rosso. Nel 2012, il rendiconto approvato per le attività ordinarie è di 241 mila euro. Alla riunione non partecipa il Presidente del Comitato di Gestione, cioè il sindaco Rocco D’Alfonso, che delega l’assessore Ennio Napoletano. Fernando Di Fabrizio, pioniere degli ambientalisti pennesi, lamenta l’assenza di fondi, di interesse verso la riserva e annuncia, senza giri di parole, che l’attività finalizzata alla tutela ambientale rischia clamorosamente di bloccarsi. Persino la Fondazione dei musei civici cittadini risulta inadempiente sul piano economico perché il Comune di Penne ha tagliato i fondi. E così, dal luglio del 2010, informa Di Fabrizio, i dipendenti della coop sono tutti in cassa integrazione. Non sono bastati nemmeno gli 80 mila euro erogati in più dalla Regione Abruzzo, attraverso l’assessorato ai parchi, per le attività del 2011, a rivitalizzare l’Oasi di Penne. Si dirà: è colpa della crisi economica (è il ritornello più utilizzato), ma anche di un Comitato di Gestione la cui governace è paragonabile a un pensatoio accademico che a un organo operativo. Andrebbe rivisto sul piano normativo e rilanciato per sostenere il gestore a muoversi con più agilità. Ma l’attuale amministrazione comunale dorme sonni tranquilli. Il turismo e l’ambiente possono aspettare. Soprattutto da queste parti.