Spera nella Cassazione, Fabio Salzetta. Era il manutentore del’Hotel Rigopiano, sopravvissuto nel disastro della valanga dove perse invece Linda (nella foto sotto), la sorella, addetta alle camere, ritrovata senza vita il 23 gennaio 2017 quando avrebbe compiuto 31 anni, cinque giorni dopo la distruzione del resort. Lui, ventiseienne, si salvò riufugiandosi in auto con Giampiero Parete. “Dicono che il dolore a distanza di anni cominci a ridursi: macchè, è un ergastolo”, osserva Fabio, dipendente di un’impresa edile a Penne. “Ho tutto ancora impresso nella mente…Una tragedia che si poteva e doveva evitare. Sono mancate tante cose a partire dal piano valanghe”.
Altro non vuole aggiungere: è stata spezzata in quella prigione di cemento, neve e legno la vita di Linda che il 7 maggio si sarebbe sposata con Davide di un anno più piccolo. Non parlava d’altro. Ma lei non doveva essere in servizio quando si scatena la fine del mondo: Linda non era di turno, ma la sua generosità l’aveva fatta restare al lavoro per evitare i disagi cui sarebbero andati incontro i suoi colleghi di fuori a causa delle condizioni meteo in continuo peggioramento. Così dal lunedì mattina, il 16 gennaio, quand’era salita a Rigopiano accetta di restare, anche se la sua prossima giornata di lavoro l’avrebbe avuta il giovedi.
Tanta neve sulla strada. “Spero che questo periodo passi in fretta…Spero. E poi è lì…il nostro futuro…manca poco ormai…l’emozione è unica. Ti amo…”, scriveva su whatasapp a Davide. Ma l’ultimo messaggio che gli invia è un drammatico:“Abbandonati…”. Sono le 15.07 del 18 gennaio, poi si rimette a lavorare in cucina rassegnata, come tutti, perché ha capito che bisognerò passare un’altra notte in quell’albergo isolato. L’ultima volta che Linda vede il fratello-collega è alle 16 quando esce per avvertirlo del terremoto, di cui lui non si è neppure accorto. Alle 16.49 la massa di neve fresca si distacca dal lastrone e comincia a correre, grazie anche all’inclinazione del canalone. Si ingrossa, mangia un intero pezzo di montagna e a 100 km orari la scaraventa sull’albergo.
Tra le quaranta persone del Rigopiano, nessuno se ne accorge. Nessun boato. Fabio Salzetta sente un fruscio pesante “come di neve che cade dal tetto”. Poi, i rumori del legno che si torce. Lui è dentro il locale caldaia, a pochi metri dal corpo centrale. Salzetta mette a terra un sacco di pellet. E’ insomma vivo per una questione di attimi e di centimetri. La valanga ha infatti investito solo di striscio quella stanza. E’ in una trappola. La porta non si apre, crede che sia colpa di un pò di neve caduta, chiama così i suoi tre colleghi Dame Faye e i camerieri Gabriele D’Angelo ed Alessandro Giancaterino, già morti, che aveva visto poco prima all’esterno con i sacchi in spalla. Fabio Salzetta rompe la finestra del vano caldaia ed esce. Si accorge così che non trova il vuoto saltando per quei sei metri, ma un muro di neve. Si ritrova con Giampiero Parete, uno dei clienti che è nel parcheggio del resort dove la moglie lo ha mandato a prendere delle medicine. Parete ha anche i due figli intrappolati nell’albergo. I due entrano nella vettura e cominciano a chiamare i soccorsi. Ma all’inizio nessuno gli crede. Già.
Berardo Lupacchini