Penne: poche idee per il riuso dei conventi abbandonati

PENNE Due ex conventi a disposizione del Comune e dall’incerto futuro come più di una struttura a Penne.

Si tratta di quello delle dame di Malta, con l’avvenuta soppressione del tribunale e l’annunciato trasloco del giudice di pace nel palazzo comunale; e dell’ex convento dei Carmelitani al Carmine, un tempo carcere mandamentale, che avrebbe dovuto ospitare il museo della Moda: finanziato dalla Regione, aspettava che la Brioni sborsasse 250 mila euro per dargli il tocco finale. E invece l’azienda ci ha ripensato. Sono immobili immensi, pregiati ed inutilizzati come il convento di Sant’Agostino (i religiosi tentano di venderlo da anni) e quello di Colleromano, chiuso per i danni del terremoto del 2009 e passato al Comune: tutto fermo. Nel frattempo, l’amministrazione comunale pensa di costruire nuovi edifici: come la nuova scuola elementare e media Mario Giardini. Eppure l’ex convento delle Dame di Malta ospitò fino alla metà degli anni ’70 l’istituto d’Arte Mario dei Fiori. Poi, dopo una ristrutturazione costata intorno ai tre milioni di euro, venne trasformato in palazzo di giustizia. Ora va verso lo svuotamento totale. Cosa farne? L’idea della giunta guidata dal sindaco Rocco D’Alfonso sarebbe concedere qualche suo locale alle tante associazioni culturali. Pare troppo poco. «Mancano progetti ed idee: Penne non avrebbe nulla da invidiare alle città umbre e toscane», afferma sconsolato Antonio Di Vincenzo, architetto, al vertice di Italia nostra. Su come riconvertire il museo della Moda, mai nato, silenzio assoluto. Paride Solini, assessore alla cultura, parla di costituire una task force per difendere e valorizzare i numerosi beni artistici. Difendere, certo. Anche per evitare il ripetersi del fattaccio dell’anno scorso, allorché nel malmesso oratorio della Cintura di Sant’Agostino vennero rubate 12 tele di Salvatore Colapietra e la corona d’argento della Madonna.

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