Domani, domenica 23 gennaio 2022, sarà l’ultimo giorno in cui potrete visitare la mostra Ritratti di Fausto Roncone, 40 linoleum incisi, inchiostrati a rullo e posti in sequenza casuale sulle pareti del Teatro Luigi De Deo a Loreto Aprutino (per qualsiasi informazione scrivere a faustoroncone@gmail.com o telefonare al 3332949140).
Panni stesi al sole di una rinascita avvenuta durante i mesi del lockdown, ricordi intimi che hanno coinvolto Fausto nella sua veste di artista ricercatore, figlio di un paese che gli è madre e padre. La cosa più bella di questo originale allestimento, però, non è nei volti riprodotti, nelle strade dell’infanzia, non è nella tecnica nella quale, seppure, Roncone dimostra tutta la perizia del maestro artigiano. L’emozione intensa, alla fine rifletto e concludo, è proprio lui, questo Peter Pan dai capelli lunghi e dal cappello da elfo che lascia, in quel rettangolo circolare che da sempre è la sua seconda casa, 40 segni che rappresentano un grido di dolore e speranza. La storia di Loreto Aprutino non è una storia unica né tantomeno più importante di altre 100,1000 storie che potremmo scovare in altrettante comunità, Ma a rendere formidabile la storia è sempre chi la racconta, ed io tante volte ho ascoltato la voce di Fausto, lo ho ascoltato recitare, leggere, cantare. In questo pomeriggio di freddo e cielo azzurro, lo scopro diverso, quasi spogliato dalle parole che accompagnano la visita, come se ogni viso inciso fosse un ormeggio di salvezza per lui ormai naufrago. Debita e sensibile appropriazione di “buoni e cattivi, ricchi e nullatenenti, artisti, scrittori poveri cristi, scienziati, idealisti persone amate...” Tra quelle amate, camminando nel tunnel degli specchi, sorrido ad Anna Zopita Elisei, che per me bambina era la “signora che parlava bene”, cerco di astrarmi, ingoiare il magone che sale dalla gola agli occhi, di tagliare quei fili invisibili che legano anche me alle radici degli olivi.
Oggi sarà Fausto la mia storia nella storia, perché per la prima volta ho toccato tutta la sua malinconia, la genuina pervicacia nel non mollare, ho inciso anche io nel mio animo la sua figura di trierarco contemporaneo per il quale la difesa di Atene si compie attraverso strumenti che feriscono matrici di gomma e restituiscono illusione di guarigioni. Da domani torneremo a discutere, come pensatori liberi e veri, chiedendoci, in fondo, se esista ancora una Itaca alla quale tornare o decidere di aprire gli archivi e gettare il cuore in fondo al mare.
S.d.L.
LORETO APRUTINO: DOMANI IN MOSTRA AL TEATRO LE INCISIONI DI FAUSTO RONCONE
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rtastampa.it/attualita/47612-a-loreto-una-mostra-per-ricordare-quanhttps://cedo-era-tutta-provincia-di-teramo.html