Logo Pescara Città D’Annunziana – Riceviamo e pubblichiamo

In relazione alla decisione del Sindaco di Pescara, Avvocato Marco Alessandrini, di rimuovere dalle carte ufficiali del Comune di Pescara il logo “Pescara città dannunziana”, logo voluto dalla precedente amministrazione, l’U.M.I. (Unione Monarchica Italiana), Federazione di Pescara, e l’A.N.Co.D.I. (Asociazione Nazionale Combattenti d’Italia) stigmatizzano tale decisione, che suona non solo come una ritorsione verso l’operato della giunta Mascia, cosa sulla quale non intendono sindacare, ma soprattutto come avversione alla figura di un figlio illustre, sicuramente, il più illustre, di queste città, quel Gabriele d’Annunzio che tutto il mondo ci invidia e della cui storia e gloria in città restano povere misere cose, mentre altri si lustrano e pavoneggiano sfoggiando più corposi “lasciti”.

E la motivazione del Sindaco Alessandrini a voler ripristinare lo status quo precedente all’operazione del logo dannunziano, quasi fosse stata questa una azione incostituzionale di cui si si dovrebbe vergognare, non sta in piedi, perché ricordiamo che altre amministrazioni locali hanno omaggiato illustri personaggi mutando addirittura, cosa molto più complicata e “rivoluzionaria”, il nome del Comune stesso: ricordiamo San Mauro Pascoli (divenuto tale in omaggio a Giovanni Pascoli, che ivi nacque, e che fino al 1932 si chiamava San Mauro di Romagna), Sasso Marconi (divenuto tale in omaggio a Guglielmo Marconi, che ivi condusse i suoi primi esperimenti di radio-telegrafia, e che fino al 1938 si chiamava Sasso Bolognese), Castagneto Carducci (divenuto tale per aver solamente ospitato, per alcuni anni, il bambino Giosuè Carducci e la sua famiglia, e che fino al 1907 si chiamava Castagneto Marittimo). Ancor più eclatante, in quanto questa volta non si volle associare il proprio nome ad un personaggio illustre ma dissociarlo da quello di un personaggio negativo, il caso del Comune di Salvia (in Lucania, o Basilicata che dir si voglia), paese di origine di Giovanni Passannante, che il 17 novembre 1878 attentò alla vita di Sua Maestà il Re Umberto I (fu il primo di tre attentati, l’ultimo dei quali, quello di Gaetano Bresci, risultò fatale al Sovrano). L’Amministrazione Comunale di Salvia, questa volta si per vergogna, nel 1879 decise di cambiare il nome in Savoia di Lucania, per manifestare allo stesso tempo la sua solidarietà e fedeltà a Casa Savoia e rinnegare il criminale gesto.

E non serve ricordare (o forse si?) che la Pescara odierna, di cui l’Avv. Alessandrini è neo Sindaco, deve la sua stessa esistenza di città, oltre che di provincia, a quel d’Annunzio che perorò presso il Presidente del Consiglio Benito Mussolini la causa dei due modesti borghi attestati l’uno a nord e l’altro a sud del fiume Pescara, per unificarli e renderli una grande città, come aveva vaticinato il primo Re d’Italia, quel Vittorio Emanuele II, che passando proprio qui, diretto ad incontrare Garibaldi a Teano, e veduta l’amenità del luogo, esclamò, il 17 ottobre 1860, “Oh che bel sito per una città commerciale!….. Pescara in men di un secolo sarà la più grande città degli Abruzzi”.

Tutto ciò pemesso, l’U.M.I. E l’A.N.Co.D.I. esortano il Sindaco a voler ripensare a quanto deciso e far sì che il ricordo dell’Imaginifico rimanga a futura memoria sui documenti istituzionali della città che gli diede i natali.

Pescara, 6 agosto 2014

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