Brioni lascia a secco il premio Penne e la Loren

Francesco Pesci
Francesco Pesci

Così Pesci ha gelato D’Alfonso e Creati
PENNE – Lacerba l’aveva anticipato, scrivendolo nel primo numero cartaceo di quest’anno in edicola l’1 aprile: zero soldi al territorio dalla Brioni versione francese. Che chiude la porta, anzi la cassa, al premio letterario “Città di Penne” ora a rischio davvero di una brutta fine. Proprio in questo 2012 in cui il patron Igino Creati ha pensato di invitare Sofia Loren, dedicandole a novembre un evento cultural-mondano di grande richiamo.

Francesco Pesci, romano, amministratore delegato di Brioni confermato dalla nuova proprietà del colosso del lusso Ppr di monsieur Pinault, ha risposto che il premio Penne è sì una bella, ottima iniziativa culturale, ma che non ha un ritorno in termini di immagine tale da convincere la holding multinazionale a un impegno finanziario di sostegno. Come fin qui è stato.

“Punto a parlare con Pinault, se è il caso vado a Parigi ad incontrarlo”, scrive in una lettera a Pesci, Rocco D’Alfonso, il sindaco di una Penne che ora scopre l’effetto che fa non avere più pennesi nella stanza dei bottoni di Brioni. Perché Lucio Marcotullio tantissimo aveva fatto, sostenendo un premio culturale che è internazionale da anni e che ha in Mosca una rassegna gemella. Finita l’era del cavaliere del lavoro, dopo mezzo secolo al timone, Antonio Bianchini, un altro pennese doc, aveva anch’egli dato una mano al premio Penne, e non solo. Ma adesso non c’è più nemmeno lui e nel nuovo management nessuno è di queste parti.

Al premio vestino servono soldi con urgenza. La Regione pare avergli destinato 35 mila euro, ma oggi il comitato organizzatore, presieduto dal primo cittadino pennese, non ha un euro in cassa. Brioni in passato aveva sempre sistemato tutto. Ma stavolta pare proprio di no. Un bel guaio, la programmazione della kermesse con la Loren in primo piano rischia di saltare. “L’11 maggio-sostiene Igino Creati, fondatore trentatré anni fa della rassegna-ci hanno invitato al Salone internazionale del libro di Torino dove dovremo presentare l’edizione di quest’anno del premio. Siamo senza fondi, non sappiamo cosa fare”.

Da Brioni si sperava che arrivassero 50 mila euro più Iva, considerando anche che la Regione eroga il proprio contributo mesi dopo la manifestazione. “Il premio letterario Città di Penne- risponde Pesci con una lettera al sindaco-non è un’iniziativa che suscita né al livello internazionale né a livello nazionale un’attenzione mediatica tale da giustificare un contributo di Brioni, ormai un brand internazionale del lusso più che un’azienda industriale radicata sul territorio”. I soldi, precisa Pesci, chiedeteli alle istituzioni locali ed alle banche. “Altrimenti sarei costretto a spiegare a Ppr che Brioni a Penne svolge un ruolo istituzionale che la nuova proprietà non potrebbe comprendere”. Parole di ghiaccio che sintetizzano al meglio come l’aria sia cambiata. Il messaggio ai pennesi è chiaro: non contate più su Brioni, insomma. Dimenticatevi il passato. Quello di Nazareno Fonticoli, sarto pennese, che con l’uomo d’affari umbro Gaetano Savini creò la sartoria a Roma e poi nel ’60 la fabbrica, a Penne. Altri tempi, altra economia.

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