Al “Luisa d’Annunzio” l’openday fra lezioni e concerti gratuiti

PESCARA – Porte aperte al conservatorio statale di musica “Luisa d’Annunzio” nell’openday di domenica 13 maggio. Fra visite guidate, prove di concerti ed esibizioni ci si potrà avvicinare al mondo delle note.

I docenti accoglieranno dalle 9 i visitatori nelle due sedi: quella storica di palazzo Mezzopreti (vi operano i professori degli strumenti a fiato ed a corda) e in quello adiacente dell’ex municipio di Castellamare in viale Bovio, luogo che ospita i docenti dei dipartimenti di canto, degli strumenti a tastiera e percussione, dei nuovi linguaggi e tecnologie. Due i concerti previsti: alle 11 in auditorium spazio ai fiati del conservatorio con il maestro Sandro Carbone solista, alle 18 toccherà all’orchestra giovanile dell’istituzione. L’iniziativa dell’openday è stata fortemente voluta dal direttore Alfonso Patriarca e dal suo vice Piero Binchi che dirigono un’istituzione che conta 800 studenti e in questo periodo impegnata a lanciare una campagna informativa per illustrare ai giovani ed ai meno giovani i suoi corsi: quelli pre accademici e di alta formazione per i quali sono rilasciate vere e proprie lauree.

VIAGGIO NELLA MUSICOTERAPIA

Se ne discute al conservatorio

PESCARA – La musicoterapia in vetrina. Accade sabato 12 maggio al conservatorio statale di musica “Luisa d’Annunzio” dove è in programma dalle 9 una giornata di studio per comprendere meglio e di più una delle tipicità dell’istituto di alta formazione pescarese, diretto dal maestro Alfonso Patriarca, a tre lustri dall’avvio della sperimentazione che ha prodotto 175 iscritti e ben 60 dottori in Musicoterapia, un corso di studio di cui è referente il maestro Silvio Feliciani. Grazie alle testimonianze ed alle esperienze in Italia ed all’estero, l’appuntamento, coordinato anche dal maestro Fabio Trippetti, sarà l’occasione anche per il ministero di poter acquisire significativi contributi: attesa la dottoressa Maria Letizia Melina della direzione generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore. Si tratta di un momento di riflessione sui risultati ottenuti, sulla qualità dell’offerta formativa, sul grado di coerenza delle competenze acquisite con il mercato del lavoro. La formazione della maggior parte dei musicoterapeuti in Italia è assicurata sostanzialmente dal settore privato. Da qui l’esigenza istituzionale di un titolo accademico spendibile nel mondo del lavoro. “Non può che essere un musicista il professionista capace di utilizzare la musica nell’area della relazione terapeutica”, spiegano il direttore Patriarca e il professor Feliciani. L’auspicio è quello che il ministero condivida l’idea di incardinare la formazione dei musicoterapeuti fra i corsi di laurea sperimentali ad orientamento professionale introdotti dall’articolo 8 del decreto ministeriale n.987 del 2016. Un’idea che vedrebbe tale formazione collocata naturalmente nei conservatori di musica.

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