UNA TRAGEDIA SENZA CORO. Altri due morti a Penne. Zona rossa: deroghe ovvie

PENNE – I numeri dei morti hanno un nome, in ogni caso. Ieri altri due vittime del coronavirus. Se n’è andato Roberto Evangelista, un 63enne piuttosto conosciuto. Era ricoverato all’ospedale di Pescara, non ce l’ha fatta nella lotta al coronavirus. Lo piangono due sorelle e due fratelli e gli amici della sezione del club alpino italiano di cui era un iscritto: “il tuo sorriso non lo dimenticheremo mai”.

Aveva gestito una stazione di rifornimento di carburante nell’area vestina. Per contenere tutte le salme delle vittime dirette ed indirette del virus, ed anche di quelle decedute per altre ragioni, al cimitero pennese è stato occupato un altro padiglione. Nessuno purtroppo di questi tempi ha diritto a funerali adeguati. Si pensa ad una cerimonia unica quando sarà possibile.  Una domenica all’insegna del lutto e della sofferenza, dunque. Penne conta su almeno 70 residenti contagiati da Covid-19: di altri cinque se n’è avuta notizia ieri. Ma fra sorveglianza attiva (per chi è in quarantena fiduciaria su disposizione della Asl avendo avuto contatti stretti con un caso di Covid-19 confermato) e quella passiva (forma di quarantena decisa in autonomia da una persona che ritiene di aver avuto contatti a rischio) i numeri sono elevati. A Penne c’è la sede dell’unità speciale di continuità assistenziale voluta dalla Asl: si tratta di medici che seguono i casi di isolamento domiciliare nel territorio di 50 mila abitanti che comprende anche Città Sant’Angelo. 14 intanto i contagiati a Civitella Casanova dove il sindaco Marco D’Andrea fa gli straordinari in un altro paese inserito nella zona rossa speciale e dove c’è stato il tempo per una notizia positiva: le cento candeline di nonna Giuseppina. A Loreto Aprutino, si è spento a 90 anni Antonio Di Rocco, il fondatore dell’omonimo ristorante-albergo. Intanto, si sblocca la questione delle deroghe per poter uscire dai centri della zona rossa per motivi di lavoro in quei settori produttivi e commerciali ritenuti necessari dal decreto Conte del 22 marzo scorso.“Con i chiarimenti regionali, sarà consentito agli addetti delle aziende agricole di tornare a lavorare”, ha commentato Manfredo Mergiotti, consigliere comunale delegato all’agricoltura.  Vi erano state numerose proteste in tal senso.

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