Penne: terremoto al Comune. La corte dei Conti: Brindisi superficiale. Lui: non c’entro

PENNE – Disattento, e tanto pure. E superficiale.

E’ un giudizio sferzante su Arturo Brindisi, quello contenuto negli atti dell’inchiesta portata avanti e conclusa dalla Corte dei Conti abruzzese sul mancato pagamento del premio legato alla polizza anti sisma con cui il Comune avrebbe potuto fronteggiare i rischi relativi ai danni del terremoto che fece sentire i suoi effetti il 6 aprile del 2009 anche sui propri immobili, come le scuole. Il collegio rileva come il funzionario, condannato a risarcire con 200 mila euro il Comune, già in altre occasioni si era mostrato poco attento. Come quando si interessò delle polizze di responsabilità civile sugli automezzi comunali. “Gravissime omissioni”, scrive la corte. Il sisma. Il Comune fra le varie assicurazioni sottoscritte aveva negli anni scorsi anche quella all risk e si era affidato ad un broker assicurativo, cioè un consulente chiamato ad individuare la compagnia ed il contratto adeguati alle esigenze dell’ente. Il 15 maggio 2008, dopo una trattativa privata, viene aggiudicato il contratto, ma la stipula della convenzione non avviene in quanto c’è un errato richiamo ad una disciplina non più vigente. Il broker individuato scopre intanto che in Comune esistono varie polizze stipulate dal precedente broker subentrando così a rapporti già in essere per i quali era il precedente broker a dover svolgere tutti i rapporti inerenti. Il nuovo broker non viene mai coinvolto nella gestione del sinistro legato al terremoto del 6 aprile 2009, nonostante operasse a pieno mandato. E così invia più volte al Comune gli avvisi di scadenza del premio dovuto alla Milano Assicurazione, la compagnia scelta. Il 30 dicembre 2008 Arturo Brindisi come responsabile di settore impegna la spesa necessaria (circa 16 mila euro). Questa determina però non viene spedita alla procura regionale della corte dei Conti alla quale si rivolgono, dopo il sisma, la segretaria generale Armanda Pantaleone e lo stesso Brindisi che l’11 giugno 2009 le segnalano il pregiudizio finanziario relativo alla polizza inattiva anti sisma, addebitabile però solo alle carenze del broker. Il broker comunque il 26 maggio 2009 aveva però ricordato di nuovo al Comune di dover pagare la polizza. Non solo: invitava Brindisi ad aggiornare i valori assicurati per conseguire eventuali economie nei premi da corrispondere. Ma non succede nulla. Secondo il procuratore contabile ed il suo vice, Perin e Leoni, Brindisi ha prodotto un danno certo di 19.677 euro, cioè di spese immediate poi coperte dalla Regione, oltre ad un importo da stabilire tenendo conto dei 52 milioni di euro di massimale. Brindisi si difende, attaccando il broker (prosciolto in istruttoria), parlando anche di un organico esiguo ed incolpando la ragioneria di non aver emesso il conseguente mandato di pagamento dopo la sua determina di impegno. Il funzionario sostiene a sua discolpa anche che la polizza all risks non avrebbe coperto quello del terremoto: ma ciò era espressamente previsto. Comunque solo l’11 giugno 2009 il Comune si decide a pagare il premio. Troppo tardi.

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