PENNE – Ormai il nuovo parlamento ha messo nel mirino la geografia giudiziaria ridisegnata dal precedente governo Monti che prevede dal 13 settembre la morte annunciata di tutte le sezioni distaccate dei tribunali, e dunque anche per Penne e San Valentino.
La commissione giustizia del senato, presieduta dall’ex ministro e magistrato Nitto Palma, ha raggiunto un accordo politico unanime sulla necessità di far slittare di un anno la riforma e dunque di rivederla. Decine le proteste che il provvedimento sta scatenando: pensare di chiudere il tribunale ad Alghero o Olbia, oppure a Civitanova Marche, Gubbio o San Benedetto del Tronto, tanto per citare alcune città, appare un’assurdità enorme. Numerose anche le interrogazioni parlamentari che contestano la scelta. Il ministro Cancellieri ha invece ribadito, intervenendo alla commissione giustizia della camera, di essere contraria ad un rinvio. Sulla questione, poi, la corte costituzionale si pronuncerà il 2 luglio decretando se le norme di revisione della geografia giudiziaria sono legittime sul piano costituzionale o meno. Con il pensionamento dell’ultima assistente giudiziaria, intanto, la sezione pennese del tribunale di Pescara non ha più impiegati di ruolo e gli atti devono essere presentati all’ufficio del giudice di pace che già opera con personale ridotto all’osso. A proposito: nel Pescarese, il giudice di pace continuerà ad operare a Penne, mentre lascerà Pianella e con ogni probabilità anche San Valentino il cui sindaco uscente Angelo D’Ottavio non ha deliberato di accollarsi tutte le spese, ma ha solo inviato al ministero della Giustizia una lettera d’intenti per salvarlo. Dunque, entro il termine perentorio del 29 aprile la sola amministrazione D’Alfonso, quella pennese, ha deliberato con un voto unanime del consiglio di finanziare la permanenza del giudice di pace che lascerà il palazzo di giustizia per trasferirsi in quello del Comune per risparmiare sulle bollette. Non solo: almeno quattro impiegati comunali vi presteranno servizio, come richiedeva l’articolato decreto ministeriale. Una spesa stimata di 103.567,20 euro ogni anno. Gli altri Comuni del circondario non hanno inteso partecipare al salvataggio.“E’ una vittoria importante di quest’amministrazione e di tutto il consiglio comunale”, è stato il commento del primo cittadino Rocco D’Alfonso. Notizie negative da Pianella. L’amministrazione uscente, guidata dal sindaco Giorgio D’Ambrosio che ha svolto i due mandati consecutivi, ha rinunciato al giudice di pace. Nel 1998 l’amministrazione di Manuela Pierdomenico aveva detto no al mantenimento della pretura, inglobata poi dalla nascita del giudice unico di primo grado che ebbe sede a Penne dove opera (ancora per poco?) la sezione distaccata del tribunale di Pescara. “Con profondo rammarico-attacca l’avvocato Sandro Marinelli, candidato a sindaco alle prossime elezioni della lista Progetto Comune- abbiamo dovuto prendere atto della perdita dell’ultimo presidio di giustizia sul territorio poiché D’Ambrosio non ha mosso un dito per salvare l’ufficio limitandosi, dietro le mie insistenze e diffide, a convocare una riunione con gli altri sindaci: hanno risposto solo Cepagatti e Catignano. Troppo tardi!”. A San Valentino, dove pure c’è la campagna elettorale per il nuovo sindaco, il primo cittadino ed assessore provinciale Angelo D’Ottavio spiega:”Nessuna delibera, non sapendo le cifre. Ma con una lettera ci diciamo pronti a salvare l’ufficio. Siamo un paese di 2000 abitanti e il Comune emi di organico. Abbiamo almeno 300 mila euro di credito per le spese sostenute nel passato. Ci dicano loro: come avremmo dovuto fare?”.