SANTO MASSIMO, UNA MEZZA GRAZIA PER IL SAN MASSIMO Rinviato sine die il declassamento

Lacerba aveva fatto bene ad appellarsi a San Massimo perché ci pensasse lui a fare qualcosa per il San Massimo. Infatti, un po’ in ritardo, ha comunque fatto la grazia dello stop al declassamento del Presidio di Penne, la cui attuazione il direttore generale della Asl ha rinviato sine die.

Nella sua nuova delibera (n.819 del 22.09.16) sostiene che “il Piano adottato reca un tempistica di realizzazioni degli interventi che, in considerazione delle sopraggiunte necessità di verifica del presidio di Penne, dovuta agli eventi sismici recentemente occorsi, non può essere osservata fedelmente”. Aggiunge che, in ballo, c’è pure il ricorso promosso dal comune di Penne per l’annullamento delle delibere preordinate al declassamento. Entrambe le motivazioni appaiono, francamente, alquanto speciose. Quella delle “verifiche del presidio” a seguito del terremoto di agosto, poi, meraviglia addirittura perché, semmai, avrebbe dovuto portare a conclusioni opposte, quello di un veloce sgombro della struttura, non del rinvio delle operazioni di retrocessione dell’ospedale, se a rischio di insicurezza!!! In realtà, ci si è resi conto che il drastico ridimensionamento del San Massimo avrebbe costituito la miccia per l’esplosione dell’Ospedale di Pescara, attualmente in piena emergenza. Sono in corso, infatti, i lavori di ampliamento del Pronto soccorso dello “Spirito Santo” e il riversarsi di pazienti aggiuntivi metterebbe in crisi il nosocomio pescarese pure alle prese con la messa a norma della sale operatorie, fonte inevitabile di sue ulteriori criticità. Queste le reali ragioni che hanno indotto a soprassedere al declassamento dell’Ospedale di Penne che, dunque, continuerà, tra gli affanni ormai ben noti, a pattinare sulle sue abnormi difficoltà, logistiche, strumentali, organizzative, di risorse umane, e a trascinare la sua attività come meglio gli riuscirà di fare. Ma, almeno, la situazione, all’ultimo minuto, è stata congelata quando il Presidio era già sull’orlo del precipizio! Non è, però, una grazia piena, quella operata da San Massimo. In un’altra delibera dello stesso direttore generale (n. 800 del 21.09.16) abbiamo, infatti, la conferma della cancellazione, anche in termini programmatici, dei famosi lavori di ristrutturazione per un importo stimato intorno agli altrettanti famosi 12 milioni di euro. Lacerba ha sempre spiegato che, in verità, quei soldi non sono stati più disponibili dal 2009, a seguito del terremoto aquilano, ma ai più, a cominciare da quasi tutti i politici, è piaciuto raccontare frottole e frottole sono circolate. Addirittura, l’attuale sindaco di Penne, il 4 agosto scorso, nel presentare al consiglio comunale le Linee programmatiche della consiliatura, affermò, bontà sua: “i 12 milioni sono disponibili”!!! Ora, abbiamo la conferma che ci siano o no non saranno utilizzati per Penne! Cade, così, anche l’ultimo velo, pudicamente mantenuto nei Piani triennali degli investimenti, a copertura virtuale della vergogna dei mancati lavori durata quasi 15 anni (i 12 milioni furono assegnati nel dicembre 2001 dalla giunta regionale, su proposta dell’allora assessore alla sanità Arturo Stuard, e confermati da una delibera di consiglio regionale del giugno 2012). Nel Piano triennale 2016-18 degli investimenti della Asl di Pescara non v’è più traccia di questi interventi. Se è una grazia mancata, questa della sparizione dalla programmazione aziendale dei lavori tanto declamati al San Massimo, è però un preziosissimo elemento di chiarezza che almeno porrà fine (si spera) alle bugie sull’Ospedale di Penne.

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