RIENTRO A SCUOLA

E’ passato circa un mesetto dall’apertura delle scuole, ma può essere ancora necessario provare a porre l’attenzione a ciò che accade ai bambini, a livello emotivo, nel momento del distacco dalle figure primarie di attaccamento. Noi umani siamo completamente dipendenti dalle persone che ci accudiscono.

La difficoltà della separazione non è altro che evoluzione e attaccamento. I bambini dipendono dagli adulti di riferimento per la loro sopravvivenza.  Sono questi ultimi, infatti, a rappresentare la loro fonte di sicurezza; in altre parole, quando sono con i propri genitori, sentono di poter sopravvivere. Se piangono al distacco dal proprio genitore, è possibile che il loro cervello non sappia ancora processare questa informazione, questa esperienza o che non sia ancora pronto. 

Vorrei stimolare alcune riflessioni e provare ad esprimere alcuni consigli pratici.

La difficoltà a separarsi dagli adulti è una fase e se si affronta con attitudine negativa diventerà, di conseguenza, un problema. In realtà si può presentare in tantissime altre situazioni quando un genitore deve tornare al lavoro quando parte per un viaggio, quando si lascia un bambino ai nonni o alla babysitter, insomma tutte le volte che un genitore si allontana 

Alcuni bambini fanno fatica a separarsi dai genitori per iniziare l’asilo o la scuola, altri no. Per alcuni bambini ogni anno è un nuovo anno e porta con sé la stessa difficoltà di separazione e per altri no. Può essere un momento di grande fragilità, e non solo per i piccolini, ma anche per i più grandi, che magari lo manifestano in modalità differenti.

La prima cosa che può risultare utile da fare è preparare i bambini, anticipare quello che si farà, dove si andrà e chi ci sarà rappresenta una strategia molto utile per imparare a gestire la frustrazione del distacco. Questo non significa che non ci sarà nessuna crisi, ma significa che un bambino che arriva preparato ad una situazione che teme o una situazione che in qualche modo lo ha fatto sentire a disagio, è un bambino che si sente più sicuro di sé perché sente di avere gli strumenti per fronteggiare questa fase evolutiva. A questo riguardo, quindi, può essere utile parlare di compagni e compagne, del team di insegnanti, provare a ricordare i nomi insieme, provare ad usare l’immaginazione, la creatività per preparare i bambini in modo a sentirsi più efficienti. E’ altresì importante dare sempre dei riferimenti concreti e spiegare, per esempio, la sequenza temporale di quello che avverrà successivamente “ricordati che io andrò a lavorare e poi torneremo a prenderti dopo il pranzo”. Più se ne parla, più ci si prepara a gestire la situazione. Un po’ come quando si ha paura di qualcosa, più la si conosce e si attraversa questa sensazione, meno si avrà paura. 

Respirate, usate un tono calmo e ricordate sempre che, qualsiasi cosa succeda, salutate i bambini. Anche se significa che dovrete andare via con l’immagine del loro viso in lacrime, non saltate questa parte, ricordate loro che tornerete, sorridete, giratevi e andate, non saltate i saluti. Anzi, costruite alcuni piccoli rituali di saluto: ad esempio, per i più piccolini, fate un cuoricino sulla loro mano in modo che loro ci possano dare un bacino quando si sentono tristi oppure datevi il 5 in modo speciale. Potete impararlo a casa e ripeterlo quando è il momento di salutarvi. Questo crea anche un qualcosa di familiare in una situazione che è estremamente estranea. Oppure lasciate ai bambini una moneta, una pietra in tasca che possano ridarvi appena tornate a prenderli. Ognuno ha i suoi tempi, ognuno è un individuo a sé, anche i bambini più grandi possono sentire difficoltà al momento della separazione. È una sensazione valida ed è responsabilità dell’adulto di accoglierla, senza sminuire o giudicare le emozioni in gioco in quel momento, ma piuttosto validandole “lo vedo che sei triste, la mamma va a lavoro, ti vengo a prendere fra un pochino”.

Dott.ssa Veronica Zamparelli, psicologa e psicoterapeuta cognitiva, ad indirizzo costruttivista ed evolutivo, specialista nel trattamento del Disturbo Autistico (Terapia ABA)

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