L’abruzzese Vittorio Finocchio ci racconta gli esordi del mito napoletano attraverso la sua fotografia.
Sembra profetico quel “Vai mo’”titolo dell’album che segnò il primo successo di Pino Daniele, che per il manoppellese Vittorio Finocchio si trasformò in un vero e proprio “Carpe diem”! Eh sì, perché nel concerto dell’estate del 1981 allo stadio Adriatico di Pescara, scelto per promuovere le canzoni del nuovo Long Playing, lo stesso Pino Daniele gli concesse di salire sul palco per fargli eseguire alcuni scatti più da vicino e, successivamente, accortosi della qualità dei risultati, lo invitò a continuare questo tipo di attività per tutta la durata del tour nazionale.
Di fatto, Vittorio, da quel momento divenne il primo fotografo ufficiale del bluesman partenopeo.
Interessante cogliere nel racconto del nostro reporter la modestia, il distaccarsi dal sentirsi protagonista e dall’apparire a sulle cronache. Se avesse voluto, avrebbe sicuramente ottenuto un facile successo professionale, all’ombra di un gigante del mondo della musica. Ma per sue questioni personali preferì proseguire l’attività di famiglia, una piccola imprenditoria tessile, anche perché quella del fotografo era ed è rimasta solo una passione.
Pino Daniele intuì questa dedizione disinteressata dell’amico Vittorio a documentare i propri concerti, e forse proprio per questo motivo – racconta quest’ultimo – gli fu concesso quel privilegio, solo a titolo di amicizia.
Amicizia che nacque qualche anno prima, in un concerto di San Benedetto del Tronto, per poi continuare nelle successive esibizioni musicali in cui l’artista napoletano ebbe modo di incontrare ancora e notare la perseveranza di quel fotografo improvvisato, sempre presente ma mai invadente, che si accontentava soltanto di riportare a casa ricordi tangibili del suo idolo.
Vittorio, quindi, continuò ad adoperarsi come reporter ai concerti di Pino Daniele e di tutto il suo entourage artistico, costituito come sappiamo da quei nomi come Tullio De Piscopo, Tony Esposito, James Senese, Rino Zurzolo e Joe Amoruso, i grandi che furono etichettati come la “Super Band”, che a loro volta lo considerarono amico e parte integrante della troupe. Nel 1983 si concluse questo sodalizio dai tratti sensibili e romantici e, trascorsi da allora davvero tanti anni, tutto ciò sembrava passato nel dimenticatoio. All’improvviso, però, gli operatori del settore giornalistico musicale, per celebrare il quarantennale del famoso concerto di Pino Daniele di Piazza del Plebiscito a Napoli del 1981, lo scorso settembre hanno riportato alla ribalta della cronaca il nostro Vittorio Finocchio, pubblicando le sue foto su blog (FanzineTeca, il Magazine di DanieleTeca, la più grande collezione digitale tutta su Pino Daniele), quotidiani come “Il Messaggero” e “Il Mattino” di Napoli, che ha dedicato un ricco inserto per l’occasione firmato da Federico Vacalebre e tv nazionali come Rai2 che ha riportato le notizie della carta stampata destando vivo interesse da parte di
Di quell’evento Vittorio racconta con dovizia di particolari, citando Tullio De Piscopo – col quale intrattiene ancora una salda amicizia – che lo invitò a sedersi di lato alla sua batteria nel corso del citato concerto. E ciò per rincuorarlo e farlo calmare da una situazione di panico e paura che si era creata sul palco ed in tutta la piazza, a causa della enorme e inaspettata calca umana che stava creando pericoli non indifferenti, e che gli addetti alla sicurezza non riuscivano ad arginare. C’erano circa duecentomila persone quella sera, tanti svenimenti, feriti, urla e timore che accadesse il peggio da un momento all’altro. Per fortuna rimase un mitico grande e storico concerto senza gravi conseguenze, in cui il Patrono della Città (era infatti il 19 settembre, il giorno di San Gennaro) sicuramente fece sì che trionfasse l’allegria e la buona musica.
Proprio per quelle situazioni di carente sicurezza collettiva, la stessa Rai non riuscì a fare delle buone riprese e di quella serata esistono solo pochi documenti fotografici, che sono proprio quelli del nostro reporter abruzzese che a quell’evento ebbe l’accortezza di arrivare in congruo anticipo, riuscendo così, suo malgrado, ad avere le esclusive del caso. “Pino mi diceva che erano in tanti a fotografarlo in ogni luogo in cui andava a suonare” continua nel racconto Vittorio Finocchio “ma di fatto lui personalmente non se ne ritrovava una! Perciò mi esortò a preparare un album di foto che lui stesso scelse una ad una tra le mie tante scattate al suo seguito”. Alla domanda di quale fosse la foto per lui più bella o significativa, poi, ne indica una con orgoglio che nel 2008, a sorpresa e dopo tanto tempo dall’esecuzione, venne inserita nell’album “Ricomincio da 30” ed utilizzata sia per pubblicizzare il medesimo tour che come immagine dei primi fans club ufficiali. A conclusione di questo incontro ho chiesto al nostro protagonista un altro aneddoto mai pubblicato, e subito me ne racconta uno molto divertente, che ebbe origine dall’iniziativa di un collaboratore del compianto artista campano. E’ noto che, specialmente nei grandi concerti, si usi un po’ ritardarne l’inizio, per caldeggiare e fomentare maggiormente l’emozione dell’attesa; perciò, approfittando di una vaga somiglianza della sua sagoma con quella di Pino Daniele, ogni tanto facevano fare capolino a Vittorio da dietro le quinte il quale, illuminato brevemente ed appositamente dall’occhio di bue, suscitava il boato del pubblico che subito intonava il coro “…Pi-no, Pi-no...”, e che puntualmente faceva divertire i musicisti che si lasciavano andare a grasse risate mentre Vittorio andava a nascondersi, causa la sua innata timidezza!
Bruno D’Alfonso