PENNE UN COMUNE PROSPERO, A SUA INSAPUTA! Follie di stato

In Italia, stato e burocrazia sono entità nemiche degli individui e delle comunità e non passa giorno senza averne conferme. L’ultima, la offre il fisco, immonda realtà che ha trasformato le tasse non solo in una rapina, una ladreria, un’estorsione legalizzata ma anche in un calvario operativo con l’aggravante della menomazione delittuosa dell’autonomia degli individui, non più in grado nemmeno di rispettare gli obblighi (estorsioni) più elementari loro imposti, se non con l’aiuto di consulenti!

Un inferno normativo generato dall’attitudine depravata e inguaribile dello stato a fare, se è calmo, il lenone (si arricchisce col lavoro altrui, come i “protettori”) e, se gli si scatena la perversa bulimia impositiva, il gay col deretano altrui. I cittadini di Penne interessati allo scemenziario statale di stampo fiscale, sono i lavoratori autonomi, in particolare, per il caso qui citato: commercianti e geometri ma la solfa è identica per ogni categoria. Lo stato, per rastrellare soldi che poi butta per colate di cemento come per il super carcere mai costruito a Penne; per realizzare ospedali nuovi ma mai finiti (Carmine); per costruire “superstrade” poi non realizzate (né Mare-né Monti); per elargire a suoi “servitori” grassi stipendi, missioni a manetta, premi di risultato a gogò, utilizza anche i cosiddetti ‘studi di settore’. Servono a dire: sei un geometra ed eserciti in quel territorio? Hai matita, gomma e squadra? Allora guadagni tanto e su quel tanto ti estorco, non importa se poi passi le giornate ad appuntare la matita perché l’edilizia langue! Oppure: hai quel negozio nel tale posto? Allora il tuo guadagno è tanto e quindi ti succhio tanto di tasse e se gli affari vanno male (a Penne, solo in centro, negli anni, hanno chiuso almeno 25 negozi), sono affari tuoi! Secondo il fisco, quegli “studi” terrebbero conto della zona dove si lavora: un alimentari a Portofino o a Capalbio (la spiaggia dei progressisti alla Padoan) non rende come un alimentari a Conaprato di Penne. Ma davvero se ne tiene conto? Fidarsi dello stato è come per una pecora fidarsi del lupo! E siccome lo stato di fregature ai cittadini gliene ha rifilate a iosa non ci se ne può fidare. Diceva Cicerone: “Farsi ingannare una volta è spiacevole, due volte stupido, tre volte vergognoso”. Infatti, vediamo cosa dicono i “cluster territoriali” (stupida erudizione dei burocrati mammalucchi per dire “sistemi territoriali economico-sociali omogenei”), inclusivi di Penne, degli “studi di settore” del fisco, per un commerciante. Per Padoan e i suoi mammalucchi, Penne apparterebbe ad “Aree con elevata dotazione di servizi commerciali specialmente tradizionali; livello di benessere medio”!!! Per un geometra, poi, Penne è inclusa in “cluster” relativi ad “Aree ad elevata urbanizzazione con notevole grado di benessere, istruzione superiore e caratterizzate da sistemi locali con servizi terziari evoluti”. Tale cumulo di corbellerie riconferma gli effetti deleteri, specie dentro la pubblica amministrazione (PA), della chiusura dei manicomi. Un Rapporto del Fondo Monetario Internazionale diffuso in queste ore giudica la nostra PA: costosa, inefficiente, arretrata! Chissà cosa ne pensano i babbei della legalità (nei quali magari s’annidano esponenti delle categorie sodomizzate dal fisco, “studioso” (dei “settori”) come lo è un asino! Nonostante la becera ignoranza che tracima da quegli “studi”, i suoi autori lucrano sulle tasse della gente i ben noti premi di risultato da nababbi. Neppure dal “Dizionario giuridico degli insulti” (G. D’Alessandro, 2016, Hoepli) se ne pesca uno adatto a etichettare le fesserie della categoria catastrofale dei burocrati fiscali. Ma ai verba andrebbero preferiti gli acta! Utile sarebbe la mitica giostra dei seggiolini, nota come catenelle o calcinculo. Ci andrebbero messi sopra Padoan e i suoi sibaritici mammalucchi altolocati e dietro a ognuno di loro dovrebbe sedersi un pennese di stazza idonea a fargli fare i giri a pedate. Al termine, piantonati dalla neurodeliri, si dovrebbe pretendere da quei campioni di asinerie di indicare, a pena di un TSO (trattamento sanitario obbligatorio), consistente in un’altra razione di pedate, dalla rotatoria del Boschetto all’incrocio di San Rocco: come Penne sia finito in un territorio con ‘notevole grado di benessere’; ‘servizi terziari evoluti’ ed ‘elevata dotazione di servizi commerciali’! Nella sventura di sentirlo parlare in tv ci si ricordi che l’attendibilità di Padoan è pari a quella dei “cluster territoriali” dei suoi “studi di settore”, per i quali Penne apparterrebbe a un territorio prospero, evidentemente a sua insaputa! Solo per declassare l’ospedale, sodomizzando i pennesi, lo stato biforcuto scopre che la nostra è un’‘area particolarmente disagiata’! Uno stato dislessico, ambidestro, Francia o Spagna purché se magna, questo e quello per me pari sono, non importa il colore del gatto purché acchiappi i topi, per Padoan benestanti, per Lorenzin “particolarmente disagiati” (che Iddio ci scampi e liberi presto anche da loro). Un tripudio di incoerenza. Le follie di stato sono ormai come un fiume in piena e sgomenta che l’ingresso nelle sue greppie delle nuove generazioni invece di arrestarle le abbia alimentate come vento sul fuoco. Follie che, simili alla bestia dantesca, ti respingono “a poco a poco là dove il sole tace”. Lunga è la notte dell’Italia.

Giovanni Cutilli

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