Annoso problema quello della ricerca di un equilibrio tra gli interessi dei residenti di un centro storico e quelli dei gestori di attività commerciali, bar e ristorazione, quest’anno rischia di diventare ancora più consistente provati, gli esercenti, dalle chiusure causa pandemia e oggi con la sola possibilità di allestire tavoli all’aperto.
L’amministrazione Comunale di Penne, su proposta dell’assessore Giuseppina Tulli, ha deliberato l’esonero della Tassa di occupazione del suolo pubblico per le attività commerciali e, nella stessa seduta di delibera del 27 aprile 2021, si è prevista la chiusura al traffico di Corso Alessandrini dal 14 maggio al 30 giugno, dalle 19,30 alle 22.00, senza però nessuna eccezione per i residenti. Che, pur mostrando la loro solidarietà a bar e ristoranti non accettano che la limitazione valga anche al loro ingresso considerato che la chiusura coincide, spesso, con il ritorno a casa dal lavoro. È stata così consegnata una raccolta di firme già depositata a protocollo, circa 50 in soli due giorni, in cui si chiede che venga consentito l’accesso ai residenti precisando che tale provvedimento non comporta né un traffico intenso né impedisce l’attività di ristorazione e di commercio. Alcuni di loro ci spiegano come già la chiusura dell’anno scorso aveva presentato non pochi problemi per chi si era ritrovato, ad esempio, a dover lasciare la macchina lontano da casa e con dentro tutte le attrezzature di lavoro o chi doveva riaccompagnare i genitori anziani. Infatti, si legge anche nel documento, nel divieto dello scorso anno non era indicata nemmeno l’eccezione per i portatori di handicap e di disabilità. Le disposizioni per particolari categorie di cittadini sono previste in tutte le città anche in quelle con un intenso turismo.
Tra l’altro, ribadiscono, si rinnova l’intento sperimentale ma di nuovo, dopo l’esperienza passata, non si cercano mediazioni che contemperino gli interessi di tutti i cittadini. E proprio perché riguarda un periodo limitato e poche ore, la sperimentazione poteva coinvolgere i residenti nel trovare una soluzione più congrua. Il timore per molti è che una posizione così radicale e non condivisa generi anche un conflitto tra residenti e ristoratori che non è assolutamente nell’intento della petizione.
Abbiamo tentato di cercare l’assessore Tulli per riferire il punto di vista dell’amministrazione, e, come giornale ci poniamo a disposizione per accogliere qualsiasi dichiarazione. Intanto la raccolta di firme continua contro un’ ordinanza che appare, ai firmatari, del tutto arbitraria seppure, l’anno scorso, oggetto di ricorso presso il difensore civico, lo stesso fu rigettato. E se neanche la legge riesce a trovare un’equa soluzione, bisognerà appellarsi al buonsenso del dialogo istituzionale tra amministratori e cittadini che, nei piccoli paesi, può essere facilitato.