OSPEDALE DI PENNE: UNA NOTA SCRITTA DELLA ONLUS A.I.T.F. ABRUZZO

Lo spunto delle seguenti osservazioni derivano da un recente articolo, apparso sul Centro il 20 Agosto 2021, della scrittrice Donatella DI PIETRANTONIO, che ha rappresentato “luci e ombre” dell’Ospedale S. Massimo di Penne. L’Associazione Italiana Trapianti di Fegato con i suoi rappresentanti regionali, è naturalmente a conoscenza della preziosa realtà espressa dall’attenzione che i Sanitari che vi operano, pongono in essere nella cura dei pazienti epatopatici.

Possiamo senza ombra di dubbio ribadire che la connotazione- fulcro dell’attività svolta nel DH della Medicina è quella della Regula Benedicti, per cui “Infirmis ante omnia et super omnia omnis cura adhibenda est” (prima di tutto e, soprattutto, bisogna prendersi cura dei malati). L’attività epatologica diagnostica e interventistica riconosciuta anche in ambito extraASL, è diventata la nota distintiva di un ospedale che negli anni ha visto progressivamente e inesorabilmente depauperate risorse umane e strutturali.

Nonostante tutto ciò, è stato possibile realizzare un polo di riferimento per le patologie epatiche in particolare, grazie a quanto è stato costruito in anni di crescita professionale, fino a determinare un rapporto di stretta collaborazione con Strutture di riferimento nazionale, in particolare con il Policlinico Gemelli di Roma. A conferma della qualità delle prestazioni erogate, il recente riconoscimento da parte del MIUR (Ministero Istruzione Università e Ricerca), della idoneità all’insegnamento della Scuola di Specializzazione ii Gastroenterologia dell’Università de L’Aquila, per cui Medici Specializzandi, dal Novembre prossimo, saranno formati anche nell’Ospedale di Penne.Chi conosce la storia di questo Ospedale sa della vocazione epato-gastroenterologica che la Divisione di Medicina ha alimentato in tanti anni. Il valore delle prestazioni erogate e la costante ricerca delle proposte diagnostico-terapeutiche più aggiornate in ambito epatologico, fattualmente riconosciuti e apprezzati, avrebbero dovuto determinare l’acquisizione, già da tempo e “fisiologicamente”, di un accreditamento istituzionale di reale “eccellenza”.

Eccellenza che i Nostri Associati e Trapiantati hanno potuto verificare in ogni occasione, al di là di ogni retorica e che solo chi ha vissuto soprattutto il percorso che deve portare a trapianto conosce bene. Un vissuto di paura, dubbi, a volte angoscia per Paziente e familiari; e anche dopo, la paura delle infezioni, il rigetto ecc.. Il vissuto di Pazienti che diventano dipendenti da terapie farmacologiche e dagli altri componenti del nucleo familiare, con ripercussioni nelle relazioni parentali non semplici da accettare e condividere.
Pur nella consapevolezza di tutti i problemi che attanagliano i nostri giorni, da oltre un anno ormai, causati da una pandemia che focalizza attenzione e risorse, non ci si può dimenticare di quelle preziose capacità che, nonostante tutte le difficoltà, hanno bisogno di essere riconosciute e potenziate nella loro unicità, soprattutto in epoche come quella che stiamo vivendo.

Il silenzio assordante che è piombato riguardo all’attenzione che la realtà epatologica in particolare, rappresenta, è un oltraggio sistematico alla verità, disconoscendo e mortificando quanto di prezioso e peculiare, con fatica e abnegazione, è stato fermamente voluto e realizzato grazie alla tenacia e alla passione dei Sanitari coinvolti. Non vorremmo rassegnarci al pensiero che è solo “il regno degli spiriti quello in cui un uomo ottiene ciò che merita e merita ciò che ottiene”.

Far prevalere sempre l’onestà intellettuale figlia soltanto di una conoscenza libera da influenze, che riconosca i meriti dove ci sono, dovrebbe avere dimora tra i giusti.

L’auspicio è che Rappresentanti delle Istituzioni e della Direzione Aziendale sappiano finalmente e adeguatamente valorizzare la Struttura di Epatologia dell’Ospedale di Penne riconoscendole i meriti, dotandola di autonomia, personale e risorse adeguate, prima che anche realtà preziose come questa non segua il destino che sembra preannunciarsi in un inevitabile tramonto, per l’intero Ospedale.

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