Giovedì 29 luglio, piazza Luca da Penne, una delle principali del capoluogo abruzzese, ha visto un nutrito gruppo di cittadini riunirsi per una causa di primaria importanza. Quella dello smantellamento dell’Ospedale San Massimo è una questione che sta molto a cuore agli abitanti dell’area, che si sono ritrovati in piazza per chiedere lo stop alla distruzione del nosocomio. Al centro dell’acceso dibattito, infatti, c’è stata la controversa riorganizzazione della rete ospedaliera, operata dal Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e dall’Assessore alla Sanità Nicoletta Verì. In piazza si sono raccolte un centinaio di persone, ma a catturare l’attenzione è stata la totale assenza di esponenti della giunta comunale pennese. Né il sindaco, infatti, né gli assessori erano presenti al dibattito, nonostante l’invito datato al 14 luglio. I cittadini presenti hanno lamentato la totale mancanza di rappresentanti del Comune di Penne.
Nello specifico, la proposta in corso da parte delle autorità abruzzesi è quella di una riduzione di posti letto nel presidio ospedaliero e la soppressione di alcuni reparti fondamentali. L’associazione Salviamo l’Ospedale di Penne, che da tempo lotta per la salvaguarda dello strategico presidio della città, ha organizzato la manifestazione per sottoporre ancora una volta all’attenzione di tutti la grave situazione. Hanno tenuto il dibattito alcuni esponenti dell’associazione, tra cui Gabriele Frisa e Michele Giancaterino, insieme a Tonino Marrone ed altri esponenti politici regionali.
Ad aprire il dibattito è stato Michele Giancaterino, che ha denunciato l’attuale condizione del San Massimo. Dopo l’abolizione della guardia notturna in alcuni reparti, sono stati limitati anche i ricoveri per la suddetta fascia oraria. Non solo. Giancaterino ha palesato la presenza di una sola autoambulanza medicalizzata (cioè con un medico al suo interno), proveniente da Pianella o da Catignano al momento del bisogno. La principale criticità di tale situazione consiste nel fattore temporale, dal momento che un eventuale trasporto in ambulanza in queste condizioni richiederebbe ben più di un’ora per arrivare a Pescara (il presidio più vicino). Tonino Marrone, tecnico radiologo che per anni ha operato al San Massimo, ha sottolineato l’importanza della causa da un punto di vista amministrativo. Secondo Marrone, anche la mancanza di un riscontro da parte della giunta comunale pennese deve essere un motivo in più per continuare a lottare per cambiare la legge.
Tra gli esponenti politici locali che sono intervenuti nel dibattito, l’assessore Sborgia di Cepagatti ha invitato chi di dovere a trovare una soluzione nel minor tempo possibile, asserendo come non ci possano essere: “Cittadini di serie A, B e Z”. Marco Fars di Rifondazione Comunista ha dichiarato che i soldi per salvare l’Ospedale non mancano, ma purtroppo: “C’è un modello americano di gestione delle risorse”.
Anche Domenico Pettinari, Presidente del Consiglio Regionale per il Movimento 5 Stelle, ha preso la parola spiegando di aver portato il caso in regione, ma con scarsi risultati. La lettera, infatti, è stata ignorata, facendo sospettare una strategia da parte delle amministrazioni a dir poco sconcertante. L’accusa di Pettinari, infatti, è quella di far scadere la proposta, arrivando al punto in cui: “L’ospedale non si potrà più riqualificare”. La Consigliera Regionale Barbara Stella ha illustrato le sorti dell’ospedale. Se gli smantellamenti previsti saranno realizzati, infatti, il San Massimo non sarà altro che un’appendice dell’ospedale di Pescara. “Tenete sempre viva la fiamma”, ha concluso la Stella rivolgendosi a tutti i presenti.
Ad approfondire l’aspetto legale della questione è stato Antonio Blasioli. Durante la pandemia, il consigliere regionale ha effettuato una visita ispettiva all’ospedale e, durante la manifestazione di giovedì, ha riportato alcuni dati preoccupanti. Da gennaio, infatti, la situazione non sembra essere cambiata. Anzi, a fronte di un promesso aumento di personale, Blasioli ha denunciato che il numero dei medici rischia di ridursi ancora di più. Inoltre, non sono stati aumentati i posti letto, nonostante al San Massimo i ricoveri provenienti dal Pronto Soccorso siano quasi la totalità dei casi.
I partecipanti al dibattito, l’Associazione Salviamo l’Ospedale di Penne e i cittadini tutti chiedono l’assunzione di più personale e la riqualifica del San Massimo, punto nevralgico della zona vestina. Con l’appello ad una maggiore attenzione per la causa, ormai diventata una vera e propria emergenza, l’Associazione ha programmato un ulteriore incontro per la fine di agosto.
Ai cittadini tutti non resta che tenere duro e lottare per il proprio territorio.
di Eleonora Di Vincenzo