MARIO, “IL DELUSO”

«Il Governo ci ha anche negato il rimborso delle spese sostenute dal Comune per la macchina dei soccorsi impegnati nell’hotel di Farindola e nelle operazioni di aiuto alle popolazioni in difficoltà, circa 350 mila euro». Questa la gravissima affermazione del sindaco di Penne, Mario Semproni, nel contesto di uno dei suoi (?) ormai soliti piagnistei.

Per opportuna trasparenza, quella desueta in municipio ma pur sempre fondamentale, il sindaco farebbe bene a indicare all’opinione pubblica, a cui pure ha ritenuto (o gli hanno suggerito) di comunicare la notizia, da quale atto ufficiale del Governo si evincerebbe la negazione di quel rimborso. Nell’attesa di averne contezza, non gli si può dar credito, apparendo la notizia del tutto improbabile e anche fuorviante per averla riferita parlando, con delusione, del cratere sismico, argomento che non “c’azzecca” niente con quei rimborsi e, dunque, a essi del tutto estraneo (ovviamente, rispetto al rilievo è irrilevante la successiva promessa d’elemosina fattagli dai suoi sinistri sodali politici del “Cerchio Magico” di Palazzo Chigi). D’altronde, il sindaco di Penne ha già abituato i cittadini a parlare fuori dal suo stesso coro, l’amministrazione di sinistra da lui (?) diretta. Peggio, a contraddirla. Quando preconizzò la «morte clinica» di Penne, se fosse rimasta fuori dal cratere, rivelò: «rischiamo ora il dissesto finanziario dell’ente. Non ci sono più risorse disponibili in bilancio per assicurare gli interventi e i servizi alla comunità». Eppure, nella sua amministrazione c’è chi, dopo quelle fosche “confessioni”, ha parlato di «conclusione delle procedure di risanamento del bilancio». Se non è lo stesso cervello che, in conflitto con se stesso, erutta simili affermazioni, come pure taluno mormora, il sindaco deve dare atto che il disorientamento è giustificato e comprensibile è lo stupore in chi registra queste notizie, contraddittorie ma sfornate dalla stessa fonte, l’amministrazione da lui (?) guidata. E’ un po’ come essersi prestati a un’iniziativa sul tema della legalità dopo aver dato prova di infischiarsene in ripetute circostanze, da ultimo con l’interruzione della pubblicità legale degli atti comunali a causa dell’inaccessibilità, l’ennesima, dell’Albo Pretorio, almeno per 5 giorni consecutivi, da giovedì 16 marzo. Sarebbe come se Cicciolina fosse relatrice a un convegno sul valore della verginità! Comunque, invece di piagnucolare, ostentando le sue delusioni, dicesse il sindaco quale ufficio governativo avrebbe negato al comune il rimborso delle spese sostenute per le note emergenze e con quale motivazione. E, in un afflato straordinario di trasparenza, desse anche riscontro del modo col quale il presidente del consiglio lo avrebbe «preso in giro» per la vicenda del “cratere”. E’ Gentiloni che gliene aveva “promesso” l’inclusione? Ne è sicuro? Può sostenerlo? I dubbi si fondano anche sul rapporto incongruente tra le sue delusioni e talune singolari idee riecheggiate in municipio, quella della protesta di piazza a Roma o l’altra della declinazione dell’invito del presidente della repubblica anche a una rappresentanza del nostro comune, per un evento con associazioni di volontariato e altri enti locali, in relazione alle recenti calamità. Che c’entra la presidenza della repubblica con le sue delusioni? Ha mancato Mattarella a una parola data? Quale sarebbe stata quella spesa dal presidente e quando? Per le sue delusioni, seguendo l’insegnamento di una delle persone sue delegate, il sindaco si rassegni e prenda atto che «la politica è fatta così, è questa..». Se vale, vale pure per lui! Il sospetto, però, è che s’aggiri in municipio qualche fantasma della giovane storia di un’amministrazione partita civica e divenuta sinistra (taluni soggetti apicali del comune e i referenti politici della nuova ACA ringraziano..) e che stiano montando malesseri e sensi di colpa per i quali il comune di Penne rischia di essere screditato presso, addirittura, le presidenze della repubblica e del consiglio dei ministri, in un sol colpo, senza che si dia conto di gravissime ragioni che, sole, potrebbero giustificarlo. Come diceva un nostro conterraneo: «coraggio, il meglio è passato»!

Giovanni Cutilli

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