LORETO APRUTINO: DA MAESTRO A MAESTRO, IL MIO CIAO A SERGIO FIUCCI

No, non è facile esprimere con parole il significato di un’esistenza travagliata e strana, quella di Sergio Fiucci, in arte Beato Maestro del Provvisorio. Lacerba, come forse tanti suoi concittadini, ha avuto con lui un rapporto di amore ed odio a fasi alterne. Le sue intemperanze avevano dei picchi così elevati che non riuscivano comunque a raggiungere le altezze delle sue intuizioni. Nemico giurato delle mezze misure, del compromesso con il potere inteso in tutte le sue varianti: politico, economico, ideologico e sociale. Persino gli amici più intimi non riuscivano a reggerne il confronto. I suoi viaggi in India lo avevano elevato al disopra della media delle menti pensanti ed, a volte, dei piani superiori ne vestiva l’abito, quello più aggressivo. Dietro quell’immagine ieratica di casta sacerdotale solo in pochi riuscivano a coglierne i tratti dell’insicurezza e della timidezza. Lacerba non può non ricordarlo per la cura che infondeva nel tracciare le linee essenziali e pulite delle prime copertine. Alcuni dei suoi testi poetici, come tesi poetiche raggiungevano l’Olimpo della poesia. Poi, come un uragano improvviso, arrivava la tempesta della contrapposizione. Non accettava censure! La sua libera mente non sopportava di essere condizionata dalle convenzioni. Si ricorda in particolare il veto imposto dall’editore alla pubblicazione di un’immagine che lui riteneva “sacralmente legata ad Eros, inteso come principio divino che spinge verso la bellezza, di cui era profondamente conoscitore, ma che per i lettori de Lacerba era sostanzialmente “oscena”. Troppo distanti erano le sensibilità! Loreto non può non ricordarlo per le sue performances al Castello Chiola o per le sue esposizioni in una delle più memorabili edizioni di “Sagra & Profano”. Le sue opere pittoriche hanno percorso le acque del Gange, hanno sfidato le intemperie, hanno scosso le coscienze degli artisti prezzolati e si sono disfatte al contatto delle forze della natura. Poi è approdato al web. La potenza di questo media lo ha affascinato perché nel web le opere intraprendevano un viaggio senza tempo e senza limiti di spazio e non sappiamo se lì ha dato il meglio di se stesso. Non sappiamo se la sua arte migliore viaggi nello spazio e nel tempo come bene immateriale che continuerà ad emanare le sue vibrazioni cromatiche  e le sue concezioni di profondi ed importanti sviluppi, affidati ai posteri dalla sua creatività innovatrice. Ci son di quelli che non vivono la vita presente, ma si preparano con molto zelo come se dovessero vivere non il presente, ma una qualche altra vita; e intanto il tempo si perde e fugge via. (Antifonte)
Il resto è “provvisorio”

Gianfranco Buccella

Articoli correlati

Pin It on Pinterest

Share This