LE MISERIE DELLA PROTEZIONE CIVILE

La protezione civile in Italia è, come tutte le realtà organizzate dallo stato, una contraddizione in termini, poiché non “protegge” nessuno! Interviene, ammirevolmente per impegno personale, umano dei volontari, solo a sciagure e catastrofi avvenute. Spesso, proprio per la mancanza di “protezione”!

Com’è stato nel caso del recente incendio a Fonte Vetica, appiccato colposamente, a dir poco, da taluni giovani, per un barbecue, e sviluppatosi in modo abnorme, altrettanto colposamente, per le inettitudini delle cosiddette autorità. Mancava, tra l’altro, un presidio antincendio sul posto, benché fosse prevista la circolazione in zona di decine di migliaia di persone, richiamate da un importante evento. Inevitabile, eppure eccessivo, il ritardo dei primi interventi. Del resto, sull’isola di Ischia, universalmente nota, la sera del 21 agosto, con 65 mila abitanti e almeno 150 mila turisti, al momento del terremoto c’erano solo 5 vigili del fuoco in servizio e 7 fuori turno! I primi rinforzi, di 20 uomini, sono arrivati dopo oltre 4 ore! I dati li ha diffusi il prefetto Frattasi Bruno, Capo Dip. dei VVF, all’1,15 del 22, in conferenza stampa. Con più crolli e/o più dispersi, l’impotenza dei 12 vigili era garantita! Nel commentare l’incendio alla Vetica, Antonio Salvatori, coordinatore regionale dei VVF della Fp-Cgil ha detto che “Le evidenti difficoltà nella gestione diretta dei numerosi e vasti incendi boschivi hanno tra le cause principali l’eliminazione del Corpo forestale dello Stato” (CFS). Dissentiamo. L’errore non sembra l’eliminazione del corpo (semmai, le scelte conseguenti..) ma i suoi compiti! Su Lacerba più volte, e tra i primi, s’è additato il proliferare irrazionale, oneroso e pure deleterio, per i risultati, dei corpi di polizia, che in Italia si contano a due cifre (tra gli altri: “Meno Provincia, Meno Polizia, Più Sicurezza”, 27 ottobre 2015). In Norvegia c’è più ordine e più sicurezza senza nemmeno i vigili urbani! Quella della soppressione del CFS, è stata la tipica operazione dello stato italiano, squinternata, estemporanea e condita di abnormi illegalità. La militarizzare in modo coatto di personale civile è roba da psichiatria acuta. Altrettanto psicotica è l’aver buttato bambino e acqua sporca, sopprimendo, insieme al CFS, le sue competenze, come s’è visto alla Vetica! È esattamente qui che si è manifestata la mano dello stato canaglia che di certo rimarrà impunita. Alle inaffidabili mire della (in)giustizia italica bastano i 16 giovani, o quanti ne sono, causa prossima dell’incendio colposo. In questo cervellotico andazzo dello stato, (af)fondato sul caos (in gran parte, scientemente voluto..), s’iscrive la sporca storia del funzionamento della protezione civile alcune delle cui pecche suonerebbero vergogna per uno stato “normale” mentre quello italiano ci campa. Nel senso letterale della parola! Tra le sue innumerevoli turpitudini, quella consumata a danno dei volontari della protezione civile quasi non si può raccontare. Anche volontari di un’associazione locale di protezione civile hanno partecipato a più campagne di “soccorso”, pure fuori regione. Ebbene, mentre le spese sostenute dovrebbero essere rimborsate entro i primi mesi dell’anno successivo, i competenti livelli sovraordinati della protezione civile le rimborsa con anni di ritardo. In pratica, lo stato organizza la “sua” protezione (in)civile campando sugli anticipi dei volontari! Nemmeno un “pappone” si comporta così! Ma, lo si è scritto più volte, tra le sue perverse abitudini c’è anche quella di fare il gay col deretano degli altri e, dunque, figuriamoci se lo stato, non si sa se più amorale o immorale, si faccia scrupolo di profittare dei volontari! E, infatti, non gli passa nemmeno la “prima divisa”! Un’accoglienza, un “buongiorno”, che la dice lunga, già nell’approccio, sul suo rapporto con i volontari: parassitismo spinto! C’è, poi, anche tutta una letteratura nauseante sulla gestione dei mezzi operativi della protezione civile. Un’associazione locale ha in dotazione un modulo antincendio guasto da diversi mesi (perde acqua..); per ripararlo occorrono alcune migliaia di euro. Il livello regionale, è stato inutilmente informato! Nemmeno il ricordo di famigerate turbine ha indotto alla sollecita riparazione. Molti veicoli, poi, sono di una marca automobilistica extraeuropea. Peccato che l’attesa per eventuali pezzi di ricambio sia una tribolazione, quando non vana! E così, in giro per i territori, alcuni di quei veicoli sono fermi, senza ricambi. Anche quello assegnato all’associazione locale subì un guasto, infine riparato, dopo un suo utilizzo rocambolesco, solo grazie a un artigiano della zona! La facciata referenziale di elogi, cerimonie di ringraziamento “toccanti e commoventi”, sfilate al Quirinale e pupazzate innanzi ad altre consorterie del potere non nascondono la realtà di queste miserie della protezione civile, taciuta perché parlarne non è “politicamente corretto”! Ma fotografa con esattezza la cialtroneria che ci sovrasta e che traduce tutto ciò che passa per le mani dello stato in insulto all’intelligenza delle persone, spreco, contraddizione, omissioni vandaliche, pirateria gestionale. Anche in barzelletta, come quelle del comune di Penne che il 17 agosto pubblica (2017/980), nel suo sgangherato albo pretorio, un’ordinanza (161/17) che disciplinava sosta e circolazione dei veicoli in occasione della ‘notte bianca’ del…14 agosto! Come la protezione civile non “protegge” ma “soccorre” a guai avvenuti, così quell’ordinanza ha ordinato a evento svolto! Un’altra pubblicazione (987/2017) reca all’oggetto: “cont. realizzazione della scuola provv. M. Giardini” ma, in realtà, si tratta dell’istituto “G. Marconi” e per certificare la barzelletta, l’allegato verbale di consiglio comunale a cui è relativa è monco di una o più pagine. Peracottate? Ma no! È solo il comune di Penne! Delle nefandezze di stato, si offre, a parte, qualche “fulgido esempio”, come ama dire la sciacqua e macchiettistica retorica statalista, di comportamenti dello stato. Spregevoli. Ovviamente.

Giovanni Cutilli

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