L’acquedotto è bucato, danni all’immobile: citato il Comune

PENNE – 186 mila euro di risarcimento danni: li chiede al Comune la nota famiglia Baroni poichè documenta di aver subito dalla rottura dei tubi dell'acquedotto in viale San Francesco delle lesioni strutturali al proprio immobile, sorto negli anni Venti ed ampliato successivamente. Della lite, si occuperà il tribunale regionale delle Acque Pubbliche presso la Corte d'Appello di Roma a partire dal 14 aprile. L'avvocato del Comune è il pennese Marano Giammarino, quello dei Baroni Marta Breda di Pescara.

 

Tutto sarebbe cominciato nel '94-'95 quando apparvero diffuse lesioni interne all'edificio di quattro livelli. Secondo le perizie, la causa è la rottura delle tubature dell'acquedotto comunale che corre interrato lungo il viale San Francesco, a 14 metri dal lato nord est dell'immobile. Il terreno su cui si fonda lo stabile sarebbe risultato così impregnato d'acqua. I Baroni sostengono che il flusso idrico si sarebbe interrotto ogni volta che si chiudeva l'immissione dell'acqua da parte del Comune per poi riproporsi puntualmente al momento della riapertura della condotta. Furono pertanto necessari dei lavori che la famiglia ricorrente dovette realizzare dopo un accertamento tecnico operato attraverso il tribunale di Pescara. I186 mila euro di danni richiesti comprendono naturalmente tutto: anche il disagio abitativo per 200 euro al mese (180). Il Comune non è per nulla d'accordo: ritiene di difendersi anche incolpando altri enti, oltre che contestando la ricostruzione dei fatti.

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