LA PENNE SPRECATA: IL CASO DELLA GIARDINI

Un gioco delle parti, quello fra l’amministrazione Semproni e la Progetto Scuola Penne srl, l’impresa che fa capo all’imprenditore casertano Roberto Corbo che si è aggiudicata ormai tre anni fa il contratto di disponibilità legato alla realizzazione, delocalizzandole in via dei Lanaioli, delle nuove aule del polo scolastico della Mario Giardini di via Caselli.

L’attuale giunta non ha alcuna intenzione di concretizzare il progetto voluto dalla precedente giunta di Rocco D’Alfonso. L’impresa di contro si muove molto a rilento: avrebbe dovuto cominciare i lavori, ma li ha ritardati ancora, ma ha chiesto altri tre mesi di proroga pur avendo l’autorizzazione a costruire che risale a settembre scorso. Era stata rilasciata dal responsabile unico del procedimento, l’ingegnere comunale Piero Antonacci, che invece ha sempre spinto per il progetto. Corbo però si è reso conto che il cantiere pennese gli costerebbe qualcosa come 800 mila euro di opere in più, come risulta dagli elaborati tecnici finali. E dunque nicchia. Il sindaco Mario Semproni ed il suo gruppo, “Penne Viva”, e lo hanno detto anche al ministro dell’istruzione Valeria Fedeli in visita di recente a Penne, intendono invece abbattere e ricostruire la nuova scuola, dove è sempre stata dal 1960, nella centrale via Caselli. Chiuso per precauzione dal sindaco dopo il sisma del 24 agosto scorso, il fabbricato è stato dichiarato inagibile dai tecnici della direzione di comando e di controllo della Protezione civile di Rieti che a Penne si sono visti nei giorni della tragedia di Rigopiano. Vi sono lesioni ai muri portanti, l’edificio non rischia il crollo, ma al suo interno i bambini ed il personale scolastico non vi faranno più rientro. C’è da chiarire la sorte dei 724 mila euro di contributo regionale, non ancora accreditati al Comune, che li dovrebbe girare all’impresa nell’ambito di un contratto di disponibilità (un leasing sostanzialmente) in cui l’ente locale si è impegnato a versare alla Corbo quasi 200 mila euro ogni 12 mesi, Iva compresa, per 25 anni; infine, 30 mila euro è il prezzo finale fissato per il riscatto dell’immobile scolastico e 42 mila euro sarebbero da sborsare per il collaudo affidato già alla E.D.I.N. srl di Roma.

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