La Giardini più forte del sisma. Nessun danno dallo scossone del 2009 nella scuola che si vuole spostare. Ma ora cosa accadrà?

PENNE – E’il caso di ricordare che la scuola elementare Mario Giardini di via Caselli, quella che si vuole spostare in via dei Lanaioli perché insicura e dunque tutta da costruire, durante il sisma del 6 aprile 2009 non subì danni.

Al contrario, risultavano lesionati i seguenti edifici scolastici di proprietà comunale (quelli che ospitano gli istituti superiori sono solo in uso gratuito alla Provincia): il liceo scientifico (400 mila euro di danni), il liceo Mario dei Fiori (100 mila euro), l’ex scuola di San Panfilo (150 mila euro), la scuola primaria di San Panfilo e la palestra (20 mila euro), l’ex scuola elementare di Collalto (100 mila euro). Per il liceo Luca da Penne i funzionari del provveditorato interregionale ai trasporti ed alle infrastrutture Raffaele Basso e Francesco Di Paolo hanno constatato che la scuola funzionava ed era normalmente in uso nei giorni precedenti quel 6 aprile 2009. Dopo la scossa, presentava un quadro fessurativo significativo e gravemente danneggiati: strutture verticali, solai, scale, tamponature e tramezzi la cui riparazione necessita di interventi di consolidamento delle pareti previa verifica del comportamento sismico. Per ripararlo, sono stati previsti 400 mila euro di cui 168 mila cofinanziati dalla Provincia e 232 mila grazie al contributo previsto dal decreto del 27 dicembre 2011 dal commissario per la ricostruzione. Il corpo A dell’ex istituto d’Arte Mario dei Fiori è tuttora interdetto presentando un quadro fessurativo importante direttamente riconducibile al terremoto. I danni sono stati causati dalla presenza di una scala di sicurezza in acciaio, in testa al corpo A, che avrebbe martellato i locali immediatamente adiacenti. Una scala erroneamente collegata all’edifico in cemento armato, come conferma il fatto che le fessurazioni e le lesioni vanno regredendo, in numero e dimensioni, dalla scala di sicurezza verso l’interno dell’edificio. Per la messa in sicurezza e la riparazione, occorrono 600 mila euro: di cui 252 mila euro cofinanziati dalla Provincia, 150 mila euro dal cofinanziamento dal piano ordinario e 198 mila euro dal contributo previsto dal decreto del commissario per la ricostruzione di fine 2011. Circa 100 mila euro è l’importo stimato per riparare i danni riconducibili al sisma.
Intanto, non è ancora sicuro che sia la Corbo Group spa a realizzare le nuove aule in via dei Lanaioli per i 438 studenti fra gli alunni delle elementari e quelli della media sul terreno di 7.960 mq di proprietà comunale. Il rischio è che per una ragione o per l’altra (Corbo potrebbe ritirarsi) possa essere la Colanzi di Guardiagrele a mettere su il cantiere. Si tratta cioè dell’altra ditta che ha partecipato al bando e la cui offerta è ulteriormente peggiorativa di quella già di suo onerosissima per il Comune firmata Corbo. Colanzi chiede un canone superiore a 200 mila euro annui e un prezzo finale di riscatto di 300 mila euro. Già, perché a leggere il bando per la costruzione della nuova scuola in via dei Lanaioli sembrerebbe che al Comune costi zero euro. Ai 2 milioni e 550 mila euro di base dell’appalto, fanno fronte-spiega il Comune- il finanziamento regionale di 724 mila euro e per il resto i fondi privati dell’impresa casertana. Pare un regalo ai pennesi. Ma naturalmente non è così. Anzi. Ai contribuenti costerà un occhio. Perché la Corbo incasserà dal Comune un canone di disponibilità di 160 mila euro all’anno, per 25 annualità (due rate semestrali), più Iva con adeguamento Istat e rivalutazione monetaria, oltre all’esborso finale dovuto per il riscatto di 30 mila euro. E alla ditta andrà anche il contributo regionale. E’ un’operazione di leasing immobiliare che la giunta di Rocco D’Alfonso sta sostenendo in un mare di contestazioni. Senza sapere neanche cosa accadrà alle aule di via Caselli: un immobile troppo appetibile per non parlarne proprio. A Penne invece se ne discute tanto. Il comitato Penne Unita attacca la scelta governativa su iter, costi ed ulteriore impoverimento del centro cittadino. Altri cittadini raccolgono firme a favore della delocalizzazione. Ci si chiede soprattutto: come fa un Comune da anni sull’orlo del baratro finanziario a permettersi un investimento così oneroso?Il 7 giugno 2011 la Regione accorda al Comune di Penne 724 mila euro di fondi statali (stessa somma per Spoltore e Guilmi) allo scopo di intervenire su scuole a rischio sismico. L’ingegner Carlo Visca, direttore della Protezione Civile abruzzese, manda a dire all’ente vestino che ha davanti a sé due strade: ristrutturare l’esistente edificio di va Caselli degli anni ’60 o farne uno nuovo. Per rinnovare l’esistente, il costo previsto dalla Regione è di 2 milioni 125 mila euro che, finanziato in parte dai 724 mila euro di contributo regionale, fa derivare una spesa con fondi comunali di 1.401.801 euro. Viceversa, nel caso di nuova realizzazione, come è stato deciso dalla giunta cittadina, l’intervento parte da una base di 2 milioni 550 mila euro, finanziato per 724 mila euro dalla Regione, ma per 1 milione e 826 mila euro dal Comune di Penne. “Con una differenza di 400 mila euro, abbiamo deciso di erigere un nuovo edifico scolastico e non sistemare l’esistente”, ha avuto modo di spiegare il sindaco Rocco D’Alfonso. Fa finta di ignorare o ne è proprio all’oscuro che il conto per i pennesi da oggi a 26 anni (un anno per i lavori da ultimare entro novembre 2014 pena la revoca della sovvenzione regionale) sarà di oltre 4 milioni di euro avendo scelto un leasing?Nel frattempo, la Corbo spa deve produrre tutti gli atti tecnici con le varie autorizzazioni. Spicca il permesso di costruire che l’ente pennese dovrà concederle, ma in deroga e attraverso un passaggio con voto in consiglio comunale. Via dei Lanaioli infatti è una zona per attrezzature di interesse generale dove una scuola di almeno 2.500 mq e alta tre piani non può essere edificata, dicono le norme tecniche di attuazione. Piero Antonacci, tecnico comunale, rassicura tutti: l’amministrazione D’Alfonso ha deciso di derogare alle norme sul piano regolatore generale. Farlo solo ora però qualche dubbio tecnico lo pone, mentre la commissione edilizia (cioè un organismo tecnico consultivo eletto dalla maggioranza) ha bocciato il progetto. Forza Italia ha chiesto il parere pro veritate di un professore universitario su una deroga al Prg a favore di un privato per sanare le lacune tecniche del bando.

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