L’ODORE ARRIVA DA VICENZA Vestina Gas: offerta per 3,6 milioni da AIM

Da Vicenza si vede Penne, ed anche Collecorvino. Vestina Gas, la partecipata dai due enti locali e da Loreto Aprutino, sta per passare di mano a poco più di tre milioni e mezzo di euro e l’acquirente più probabile al momento è il gruppo AIM Energy srl di Vicenza, la cui offerta nella trattativa privata seguita al bando pubblico viene ritenuta congrua dai Comuni di Penne e Collecorvino che stanno cedendo il 51% del capitale sociale.

Ma non si escludono novità. Fatto salvo, naturalmente, il diritto di prelazione che gli altri soci, il Comune di Loreto Aprutino (32%) e la spa milanese Levigas (12%), potranno far valere nei prossimi mesi, almeno cioè entro febbraio. Il 28 dicembre i consigli comunali di Penne e di Collecorvino si riuniranno per esprimersi sull’offerta dei veneti (6,5 milioni di euro di capitale sociale) che in Abruzzo già provvedono a commercializzare, attraverso una propria società, il gas ad Ortona. Il consulente indipendente designato dai due soci pubblici (Penne si riserva di detenere ancora il 5%, vendendo il 40%, ed incassando sui 2 milioni 800 mila euro, mentre Collecorvino si libera di tutto, cioè l’11%) ha stabilito la congruità del prezzo, stimando la Vestina Gas srl intorno ai 6 milioni 200 mila euro dopo che nell’approvare il bilancio 2016 vi è stata la svalutazione di 921 mila euro di crediti ritenuti inesigibili. Un ruolo determinante lo sta giocando nell’operazione lo studio del professor Gianluca Brancadoro. Ai professionisti romani andrà un compenso di 100 mila euro a carico dell’acquirente del 51%. Gli avvocati ingaggiati dai due soci sono impegnati anche in tribunale, civile ed amministrativo, a difendere i passaggi della procedura dall’attacco dei soci Levigas e Loreto Aprutino. La Corte dei Conti ha già approvato le delibere di ricapitalizzazione dei due Comuni venditori. Il Tar di Pescara ha anticipato, non concedendo la sospensiva, che la cessione congiunta dei 51% appare regolare poiché valorizza il premio di maggioranza. Tanto più che si tratta di una partecipata senza dipendenti e non strategica e dunque da dismettere ai sensi della legge Madia come hanno sottolineato la Corte dei Conti e l’ispezione del ministero dell’Economia che interessò Penne.

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