L’ARMA LASCIA LORETO, DOPPIO RICORSO PER IL SAN MASSIMO

I carabinieri lasciano Loreto Aprutino, Penne difende con le barricate (anche giudiziarie, ma in ordine sparso: doppio ricorso al Tar, da una parte il Comune vestino dall’altra alcuni Comuni come Collecorvino ed altri otto fra cui un paio del Teramano) il proprio ospedale plurisecolare.

Nel 2010 il Corpo Forestale dello Stato (ora confluito nell’Arma dei carabinieri) aveva lasciato l’antica Pinna Vestinorum per sistemarsi a Collecorvino a causa dei problemi legati alla sede. E’ vero che in compenso a Penne sta per arrivare un distaccamento permanente dei vigili del Fuoco, ma è innegabile che nel complesso l’area vestina sta subendo un graduale attacco ai suoi punti di riferimento socio-istituzionali. Un caso emblematico di queste ore si vive a Loreto. La stazione dell’Arma, che nel 1999 venne sottratta alla compagnia di Penne a beneficio di quella nascente di Montesilvano, si sta trasferendo a Moscufo. La palazzina comunale di via Roma che da decenni ospita la caserma dei carabinieri soffre da anni di problemi strutturali, specie per le infiltrazioni di umidità che l’hanno danneggiata. E così dopo mesi di riunioni, di contestazioni dei loretesi che hanno raccolto numerose firme e di dichiarazioni ufficiali gli 8 carabinieri in servizio troveranno nella ben più piccola Moscufo (alla stazione) un’adeguata ospitalità. Temporanea, si affrettano a dire al Comune aprutino che conta 7.500 abitanti. Il sindaco Gabriele Starinieri nei mesi scorsi ha siglato un protocollo con la Regione con cui si ipotizza una caserma nuova da costruire nella zona della ex Fornace, una sorta di Loreto 2. La giunta regionale, guidata da Luciano D’Alfonso, avrebbe individuato 3 milioni e 100 mila euro per consentire la realizzazione di nuove caserme a Giulianova, Manoppello ed appunto a Loreto Aprutino (700 mila euro). “Noi abbiamo l’obiettivo di dare alla nostra comunità una caserma più grande, naturalmente più confortevole e capace di disporre di più uomini, almeno 12”, osserva Starinieri. Ma intanto la gente è preoccupata. I furti non da oggi crescono, la vigilanza è più difficile. Da quando la stazione dell’Arma loretese è guidata da Montesilvano le difficoltà operative sono aumentate, com’era prevedibile che fosse. Un sistema di videosorveglianza è ritenuto troppo costoso e di difficile gestione. “Stiamo scoraggiando-aveva detto il primo cittadino nel corso di un’assemblea pubblica-anche gli affitti in comodato d’uso per evitare che arrivino a Loreto persone di cui non si conosce granché”. Nel frattempo, l’ospedale San Massimo è in attesa di giudizio davanti al Tar: da decidere se sarà quello dell’Aquila o di Pescara. C’è un doppio ricorso contro il declassamento a ospedale di zona disagiata, congelato a tempo indeterminato comunque. Non si sono uniti però al ricorso di Penne, i sindaci di Collecorvino, Elice, Villa Celiera, Civitella Casanova, Moscufo, Montefino, Arsita e Bisenti che dopo lo strappo legato al voto pennese all’Aca (a favore della linea del governatore D’Alfonso) hanno deciso di agire autonomamente proponendo un altro ricorso. Divisi, come la Storia ha spesso raccontato.

B.Lup.

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