I pennesi si tassano per salvare il cinema

PENNE Il cinema Ariston va verso nuova vita, se l’impegno collettivo dei pennesi si confermerà adeguato.

È dunque in atto l’operazione salvataggio della sala vestina, riaperta nel 2008 dopo oltre 25 anni ma che da un anno è inattiva, che dovrebbe farcela a ripartire forse per Natale. Il tutto passa attraverso una nuova gestione dell’immobile, di proprietà privata, ed ai lavori prescritti dai vigili del Fuoco allo scopo di ottenere un’agibilità definitiva: servono 30 mila euro per eseguire opere comunque non particolarmente impegnative e realizzabili in pochi giorni. «L’impegno dei pennesi si vede. Se riusciremo a rilanciare l’Ariston, potremmo rivalutare anche il cinema loretese», osserva Mario Colazzilli, lo storico gestore del Supercinema di Loreto Aprutino in vendita da mesi, ma senza esito. Colazzilli coordina l’associazione La Fenice, quella che si è fatta carico di mandare avanti in questi anni la sala pennese in attesa dei nuovi soggetti che se ne occuperanno e che stanno dando vita all’associazione Ariston. L’amministrazione comunale ha sposato immediatamente la causa del grande schermo e si sta dando da fare in maniera diretta per far ripartire l’Ariston. Inoltre Paride Peretti e Clelia Pennelli, vicinissimi alla giunta di Rocco D’Alfonso, stanno sostenendo la nascita di quattro figure di soci: i fondatori, i sostenitori senior, junior ed ordinari, così classificati in base alle quote associative che risultano molto popolari: si va dai 200 ai 20-30 euro. I soci formeranno di diritto, al momento della sottoscrizione, l’assemblea la quale elegge un consiglio direttivo che a sua volta nominerà un organo di amministrazione. Il direttivo si farà carico anche di eleggere due comitati: uno amministrativo ed uno artistico- tecnico. Ne deriveranno poi gruppi di lavoro che si occuperanno delle varie attività della struttura di via Caselli. L’obiettivo dei promotori è quello di assicurare la massima partecipazione popolare accanto alla massima trasparenza. Per far fronte alla spesa relativa all’adeguamento della sala, è prevista l’accensione di un mutuo. La sala, che ha una capienza di 150 posti, aprirà anche ad altre realtà per rendere sostenibile sul piano finanziario la gestione.

Berardo Lupacchini

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