PENNE – Difficile capire cosa stia combniando il governo Monti sulla nuova geografia degli uffici giudiziari. Come è noto, l’esecutivo tecnico ha varato il 10 agosto il decreto legislativo, in barba ai pareri delle commissioni giustizia delle due camere, tagliando 31 tribunali e procure, 220 sezioni distaccate (fra cui Penne e tutte quelle abruzzesi) e ben 667 uffici del giudice di Pace, tra le quali Penne e tutti quelli regionali.
Il provvedimento sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ai primi di settembre, ma per attuare la riforma c’è tempo un anno, nel frattempo gli uffici soppressi continueranno ad ospitare i processi. In Abruzzo chiuderanno tutti gli uffici giudiziari tranne quelli ubicati nei quattro capoluoghi di provincia. Ora si scopre una novità piuttosto rilevante. Il cronoprogarmma stabilito dal ministero retto da Paola Severino prevede che sul sito web del dicastero siano pubblicate le sedi dei giudici di Pace soppresse, in pratica quasi tutte. I Comuni interessati, e questa è la novità che riprende la vecchia impostazione del decreto, potranno però entro 60 giorni chiedere di mantenere l’ufficio del giudice di Pace, sopportandone tuti i costi (salvo lo stipendio del giudice) e dunque: luce, gas, telefono, pulizia. Del resto i dipendenti sono pagati dal ministero. Come in pratica già succede. Dunque, accadrà che molti enti locali per mantenere l’ufficio del giudice di Pace cercheranno di trovare le risorse dai propri bilanci. Prendiamo il caso del Pescarese. Sono in piedi tre uffici. a Penne, San Valentino e Pianella. Quello pennese è rimasto con un’impiegata ed un commesso, a Pianella ci sono ben quattro impiegati e bene è messo anche l’ufficio di San Valentino. Se tutti e tre i sindaci si daranno da fare, potranno trovare i soldi per pagarsi la permanenza dell’ufficio giudiziario. C’era stata nell’inverno scorso la proposta di fusione da parte dei dipendenti degli uffici di Penne e di Pianella per formare così un presidio, a Penne, da oltre mille cause l’anno e un parcheggio riservato: quello di palazzo Caracciolo, dell’ex Comunità Montana di cui parlò anche un’ispezione ministeriale del 2008. Previsto un territorio di competenza di venti comuni che dovrebbero contribuire alle spese con circa 10 mila euro ciascuno. Sono sempre soldi pubblici e dunque il governo che cosa pensa di risparmiare?Stranezze della spending revieuw.