Sono emozionata perché dopo tanti anni ho il piacere di intervistare Filomena Monte Fellegara in arte Filos, Donna di vari talenti artistici e non solo. La conobbi in un periodo piuttosto difficile della mia vita e subito tra noi scattò una scintilla che portò ad una duratura collaborazione artistica in ricordo di mio fratello Matteo, giovane fotografo scomparso prematuramente. Negli anni ’90 Filomena organizzava Mostre Fotografiche ma al tempo stesso si occupava di corsi di formazione artistica, dipingeva, scolpiva, scriveva poesie meravigliose e altrettanto meravigliose erano i suoi gioielli; gli adorati merletti! Filos continua ancora la sua incessante ricerca attraverso i vari linguaggi artistici con i quali si esprime con grande maestria ed è un vero piacere ascoltarla per cercare di entrare nel suo “mondo”. Lo scorso anno, in occasione della XXIII Mostra Fotografica: “Personaggi nella Memoria” dedicata a Matteo, mostra che aveva mosso i primi passi in collaborazione con Filomena, ci siamo incontrate nuovamente e abbiamo subito programmato l’edizione di quest’anno dal titolo “Indistinctus”, un vero e proprio successo, tra le edizioni più emozionanti e ricche di atmosfere che oserei definire “evocative” … Cosa rappresenta per te la mostra Indistinctus?
“È uno spaccato visivo della mia innata curiosità; abbraccia quasi 40 anni di attività creative: pittura, ceramica, merletto a fuselli. Da molto tempo non affrontavo una mostra personale. È stato interessante mettere in simultaneità ciò che è frutto di accadimenti successivi. Ho colto delle costanti che suggellano la mia identità e delle variabili determinate dalle esperienze diversificate dell’esistenza. Alcune tematiche sono rimaste costanti pur differenziandosi negli strumenti utilizzati. Essenzialità, silenzio, leggerezza, trasparenza, intensità nella scelta dei colori, ascolto del mondo interiore”.
Perché il titolo Indistinctus?
“Indistinctus, letteralmente, indica ciò che, pur percepito, non può essere analiticamente individuato e definito in base a caratteristiche logiche.” Quindi, tutto ciò che è fluido, ambiguo, sfocato. Le opere fluttuano in un mondo parallelo che non può essere intrappolato dalla ragione. Il titolo è un invito a cambiare approccio nel visionare opere d’arte, a vivere la mostra senza chiedersi troppi perché ma lasciandosi guidare dalla bussola delle emozioni, in sintonia di intenti, in empatia”.
Come si fondono opere realizzate con strumenti diversi, creta, pittura ad olio, merletto?
“Le opere esposte vanno oltre le divisioni in categorie, le classificazioni in Arti Importanti e Arti Secondarie. L’arte è una danza nella quale ognuno è libero di esprimersi e di connettersi con la storia personale. Già alla fine dell’800 era avvertita l’esigenza che l’arte non fosse appannaggio di pochi ma entrasse nella quotidianità degli oggetti di casa. Con la Secessione Viennese furono create anche importanti opere moderne in merletto. S’era compreso che la rivoluzione industriale e la tecnologia avrebbero potuto robotizzare l’uomo, privandolo della sua manualità. L’importanza dell’oggetto unico come frutto di mediazione fra esigenze diverse è il fulcro di questa rivoluzione. Ogni espressione umana che susciti emozioni, che invii vibrazioni, è opera d’arte. Questo è il mio pensiero. Si parla di artigianato, del suo essere funzionale per cui gli oggetti debbono essere usati. L’arte è contemplativa, invece. Queste dicotomie vanno superate nella società liquida contemporanea. L’uomo è l’artefice. L’oggetto è solo una sua emanazione. Ad esempio, il coprispalle esposto può essere indossato come oggetto artigianale oppure irrigidito e posizionato come scultura. Cosa cambia? L’oggetto è lo stesso, è solo diverso il nostro approccio ad esso”.
Quali sono le prospettive future?
“Il merletto è, per me, fonte di ricerca e di sperimentazione. Il mio futuro è incentrato nella sua progettazione ed esecuzione nelle sue contaminazioni e nel suo essere uno strumento artistico idoneo a rappresentare la società moderna. Tutto è volto in questa direzione: corsi, studi, attività. Parallelamente vi è un approfondimento della storia del merletto a fuselli e delle sue diversificazioni tecniche. È mio desiderio ricomporre la storia del merletto in Abruzzo e approfondire la conoscenza dei merletti internazionali. Il futuro è anche nel passato. Ringrazio la città di Catignano che mi ha accolta con affetto e ti ringrazio ancora una volta perché sei riuscita a creare un contenitore di eventi culturali nel tuo paese, permettendo, così, di espandere la conoscenza dei luoghi natii in Abruzzo e oltre”.
Nel salutarla ringrazio per la sua energia, la creatività e la voglia di continuare la ricerca; voglia che dovrebbe accompagnare tutti noi lungo il cammino dell’Arte e della Vita! Grazie Filos!
Annalisa Piermattei