In attesa dell’inizio di una riunione dei capigruppo in Comune, seduto in fondo al corridoio che porta alla sala Giunta, alzando lo sguardo ho avuto modo di rivedere diversi manifesti di indimenticabili iniziative amministrative del passato.
È un lungo corridoio del palazzo comunale, nell’ala riservata principalmente agli amministratori, con alle pareti tanti manifesti incorniciati di edizioni di eventi importanti che si sono succeduti nel tempo nella nostra comunità: edizioni del carnevale angolano, della sagra dell’uva, del risparmio energetico “M’illumino di meno” e, proprio nella parte finale, di fronte a me, un manifesto di una edizione sui prodotti tipici locali con su la foto della vetrata del portone d’ingresso dell’allora mercato coperto con vista da corso Vittorio Emanuele 2°.Dallo sfondo della vetrata si riesce a intravedere l’interno del locale ristrutturato con le varie postazioni mercatali. Mi soprassale d’impeto un colpo al cuore, un luogo splendidamente ristrutturato e completato all’inizio degli anni duemila, un’opera progettata e seguita meticolosamente con grande dovizia dall’architetto angolano Penitente, con la supervisione dell’allora assessore ai lavori pubblici, il collega Graziano Gabriele e da me come assessore alle attività produttive della seconda Giunta del Sindaco Catena.
Da vecchia pescheria/mercato che era, ne venne fuori un luogo mercatale da sogno con 16 postazioni, ognuna dotata di calorifero e lavello con acqua potabile. Un ambiente con pareti lavabili, impianto elettrico a vista con cannette di rame, munito di servizio igienico sanitario.
A corredo di ogni singolo posto un funzionale banchetto espositivo realizzato artigianalmente, su ideazione di Graziano, ideale per l’ esposizione dei prodotti da vendere. Con apposito bando, siamo già alla Giunta Graziano Gabriele, seguito da me come assessore all’agricoltura, procedemmo alle assegnazioni dei posti, dando precedenza ai nostri piazzisti contadini che solitamente vendevano nei giorni di mercato i loro prodotti a km zero.
Una soluzione molto apprezzata dai nostri cari agricoltori tanto che riuscimmo ad assegnare in breve tempo tutte le postazioni.
Per me, da contadino che sono sempre stato, era un orgoglio l’aver contribuito a far migliorare le condizioni di lavoro di questa brava gente nei giorni di mercato che, come oggi, vendono i loro prodotti della nostra terra lungo via Diaz, una via molto impervia nei mesi invernali, percorsa da una brezza tagliente, una via dove il sole non si vede mai.
Purtroppo, dopo il mio abbandono nel 2007, tale progetto andò ad arenarsi (non ne conosco le ragioni) e così gli assegnatari non hanno mai avuto la possibilità di mettere piede in quel luogo pubblico ristrutturato con i soldi della comunità proprio per loro. Ecco perché il colpo al cuore nel rivedere in foto l’interno di quell’ambiente sottratto ai legittimi destinatari. Passando lungo il corso, volgo sempre lo sguardo a quel locale che quasi sempre, da troppo tempo, si presenta con l’inferriata e portone chiusi sovrastati spesso dall’immondizia. Ricordo che per alcuni anni è stato trasformato ed utilizzato a biblioteca ragazzi, poi chiuso, poi utilizzato come doposcuola dall’associazione Italia Nostra. Sono rientrato in quel locale solo un anno fa, nell’occasione della presentazione del calendario 2020 e, quindi, ho potuto constatare con amarezza la scomparsa dei lavelli, e dei rubinetti artistici in ottone, sebbene ancora evidenti le singole postazioni mercatali. Da quella occasione il locale è rimasto nuovamente inutilizzato per tantissimo tempo non avendo la nuova amministrazione comunale voluto rinnovare la convenzione a Italia Nostra che, a detta di tanti, aveva svolto gratuitamente le attività ludiche per tanti bambini angolani grazie all’aiuto di diversi volontari.
Solo da poco, per colpa della pandemia, ha riaperto i battenti per ospitarvi saltuariamente una classe dell’Istituto onnicomprensivo. Che dire, ogni amministrazione è libera di decidere, non mi scandalizza il fatto che tale locale sia stato sottratto all’originario uso, però non mi va giù che i nostri piazzisti ortolani sono ancora costretti ad operare in condizioni estreme lungo via Diaz, sotto il freddo ruggente, soprattutto nei mesi invernali. Pertanto, all’inizio della riunione che ho spiegato in premessa, ho sentito il bisogno forte di trasmettere,in poche parole, il mio stato d’animo ai colleghi capigruppo, raccontando in breve questa parentesi della nostra storia angolana che per me è amara.
Con lo spirito di perseguire sempre il bene della nostra comunità, ho raccomandato al Presidente Plevano e ai colleghi dell’attuale maggioranza di rimettere mano all’argomento per ridare a Città Sant’Angelo un luogo coperto del c.d. mercato delle erbe, utilizzando alcuni locali privati chiusi lungo via Diaz , attraverso una speciale convenzione con i proprietari. Sarebbe un ridare dignità a questi nostri agricoltori che con il loro duro lavoro riescono a rifornire ancora le nostre tavole con prodotti freschi e genuini della nostra terra.
Sarò il primo ad applaudire.
Antonio Melchiorre Consigliere Comunale PD