CALCIO & TRIBUNALI/ IL BISCOTTO VA MANGIATO IN DUE La combine Crotone-Atalanta: bergamaschi prosciolti senza tesserati calabresi

PENNE – Non c’è combine se manca l’individuazione di tutti i tesserati coinvolti, vale a dire dell’una e dell’altra squadra. A questa conclusione, di una logicità monumentale, è giunto appena qualche giorno fa il collegio giudicante del tribunale federale nazionale-sezione disciplinare- che ha esaminato (e prosciolto gli imputati) i deferimenti della procura federale in relazione alla gara addirittura del 2011 in serie B fra Crotone ed Atalanta.

La procura federale, non più guidata da Stefano Palazzi, aveva chiesto la squalifica per l’allora atalantino Cristian Doni, già pregiudicato calcisticamente per numerose altre gare aggiustate per le scommesse su cui ha indagato la procura della Repubblica di Cremona, e 25 mila euro di ammenda all’Atalanta. Ed il Crotone? Dimenticato dagli inquirenti di Tavecchio. “In particolare-ha scritto il tribunale presieduto da Cesare Mastrocola nel motivare la sentenza di assoluzione riportata nel comunicato del 22 dicembre-non è individuato né citato alcun calciatore e/o tesserato del Crotone coinvolto nella combine senza il cui coinvolgimento non appare ragionevolmente possibile pensare di alterare lo svolgimento ed il risultato della partita”. Il Crotone cioè come il Fara San Martino che in quel pomeriggio piovoso dell’1 maggio vide piovere dal cielo il gol vittoria e della salvezza a un turno dalla fine del campionato, ma i cui tesserati sono stati superficialmente dimenticati nell’atto di incolpazione. Eppure a trarre vantaggio dal teorema accusatorio di illecito sportivo consumato è stato solo ed esclusivamente il Fara che per sovrapprezzo ha salvato la categoria, ceduta dentro una fusione con il Palombaro dando vita ad un nuovo club; il vecchio Palombaro era retrocesso sul campo per effetto della combine Fara-Penne. Una situazione spaventosa. Del resto, è il capo d’imputazione stesso messo in piedi dalla procura federale per Fara-Penne che evidenzia come vi siano enormi lacune. Infatti, si parla dei tre tesserati del Penne, poi condannati a tre anni ciascuno per illecito, che avrebbero agito “in concorso fra loro e con altri tesserati allo stato non identificati”. Già…

B.Lup.

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