BRIONI, SVOLTA VICINA?

PENNE –  Probabile svolta nella delicata trattativa sulla flessibilità in Brioni, l’alta sartoria maschile controllata dal gruppo Kering dal 2012. Un’ipotesi di accordo è emersa dopo 14 ore di confronto, ripreso dopo giorni di tensione fra le parti sociali e lo sciopero piuttosto partecipato (superiore al 70%) di un’ora messo in atto nell’ambito di un pacchetto di astensioni.

Oggi i lavoratori sono stati chiamati ad esprimersi sia sulla flessibilità, sia sul passaggio da 32 a 34 ore settimanali per il personale a tempo pieno, e da 16 a 18 per i part time; parere che i dipendenti di Brioni dovranno fornire anche sul nuovo orario di lavoro che potrebbe diventare unico per i tre stabilimenti di Penne, Montebello di Bertona e Civitella Casanova. Inoltre, l’ipotesi di accordo prevede un congelamento temporaneo dell’accordo integrativo fino al 30 giugno a salvaguardia dell’economia generale dei lavoratori. Il voto delle maestranze ci sarà lunedì 4 marzo dalle 9 alle 15. “Pensiamo di aver ottenuto il miglior risultato possibile per i lavoratori della Roman Style in considerazione del momento storico che sta attraversando l’azienda, ma nello stesso tempo continuano ad aver alta la soglia di attenzione per un’azienda che ormai da un decennio è in sofferenza”, osservano Antonio Perseo della Cgil, Leonardo D’Addazio della Cisl e Luca Piersante della Uil; quest’ultimo poi aggiunge:”La preoccupazione della Uil resta altissima sul futuro del marchio che continua a perdere quote di mercato importanti”. In ballo c’è la riscrittura di un nuovo patto ad ampio raggio (integrativo compreso) dopo quello che nel 2016 riuscì ad evitare i 400 esuberi forzati annunciati; un’operazione che sta chiedendo sacrifici ai lavoratori in termini di riduzione di ore di lavoro e di conseguenza di salario. Sulla vertenza, era stato interessato anche il sindaco di Penne Mario Semproni il quale si era offerto per una mediazione.

B.Lup.

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