PENNE – Un autunno tutto da seguire in Brioni. I sindacati hanno chiesto un incontro urgente alla direzione aziendale per parlare di flessibilità e di programmi, anche se il piano industriale presentato a suo tempo scadrebbe fra due anni.
Ma ci sono situazioni che non convincono le organizzazioni sindacali. Brioni dal 2012 è sotto il controllo di monsieur Pinault azionista di riferimento del gruppo Kering. Ora al centro del dibattito c’è la prospettiva produttiva. I reparti lavorano commesse anche e non solo per la capogruppo Gucci, la potentissima e redditizia ammiraglia del gruppo, nell’intento di tenere a pieno regime la lavorazione, cercando nel contempo di rilanciare quello che è stato sempre lo stile sartoriale maschile della Roman Style, l’unità produttiva più grande. In Brioni in questi giorni tuttavia si registra la defezione di due storiche figure, pennesi doc: alle dimissioni di Pierpaolo Petrucci, dirigente del personale, in Brioni dal ’99, si aggiunge l’uscita di Adriano Di Quinzio, responsabile della produzione. Tutto questo a poche settimane dall’addio della stilista Nina-Maria Nitsche, ad appena un anno dalla nomina. Ed è un fatto comunque che due designer si sono succeduti nel giro di un biennio: la Nitsche aveva preso il posto di Justin O’Sea, anche lui rimasto solo una stagione; e prima ancora, per quattro anni, dal 2012 al 2016, c’era stato Brendan Mullane. Soprattutto la Nitsche stava cercando di riportare Brioni a un certo classicismo tipico della sua storia cominciata nel dopoguerra. Al vertice c’è Fabrizio Valverdi. A Penne dirige lo stabilimento l’ingegner Nicola Di Marcoberardino, ma da Roma supervisiona il personale Ivan Mazzei che ha preso il posto di Mario Morelli. Profondamente toccato dalla crisi, con una redditività particolarmente compromessa, il gruppo Brioni ha avviato due anni fa una profonda ristrutturazione dei costi specie della forza lavoro con decine di esuberi incentivati ed una riduzione delle ore di lavoro (e del salario dunque) che, stando a fonti del gruppo del lusso, starebbe dando i suoi frutti. Ma sembra proprio che il prestigioso marchio stia cercando ancora se stesso.
B.Lup.