AULE D’ORO, VIA AL CANTIERE. E adesso?

Ruspe in azione in via dei Lanaioli. L’impresa Corbo ha rotto gli indugi ed ha cominciato i lavori per la realizzazione della nuova scuola “Mario Giardini” prendendo in contropiede anche qualche assessore che lo ignorava.

E’ un elemento di chiarezza, e di ulteriore discussione, in una vicenda che si sta trascinando fra mille polemiche fin dal 2013 quando, sulla base di una perizia del 2011 che le riteneva insicure, la giunta di Rocco D’Alfonso decise di delocalizzare le aule della Giardini dal 1960 situate nella centrale via Caselli, ma chiuse per volere di Mario Semproni dall’anno scorso per precauzione a causa delle scosse: l’edificio poi però fu davvero lesionato dal terremoto del 18 gennaio scorso. L’impresa che si è aggiudicata il contratto di disponibilità di 2.550 mila euro, di cui 724 mila euro a fondo perduto dalla Regione (580 mila euro sono già stati accreditati) deve necessariamente completare l’opera entro fine maggio del 2018, poiché è in regime di proroga. I lavori le costeranno 866 mila euro in più, come ammesso da Roberto Corbo. La situazione resta comunque aperta ad ogni novità, tecnica, politica e giudiziaria vista l’inchiesta in corso, nata da un esposto di Vincenzo Ferrante, attuale vice sindaco ma nel 2014 consigliere di minoranza. La giunta pennese si era rivolta anche all’avvocato Claudio Di Tonno per un parere sulla complessa vicenda. Quanto scritto dal legale resta comunque un mistero per tutti. Pare che il parere sia stato inviato agli inquirenti. L’amministrazione Semproni ha già detto, anche con la delibera di giunta, quale atto di indirizzo al responsabile unico del procedimento l’ingegnere Piero Antonacci, lo scorso primo giugno, che non vuole la nuova scuola per ragioni di spesa: 160 mila euro all’anno per 25 anni e perché la procedura risentirebbe di diversi errori. Sul dossier è in forte attrito con Antonacci che ha risposto picche all’indirizzo politico del primo cittadino.

B.Lup.

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