Area Vestina: assistenza sociale In bilico 18 Comuni

PENNE – A rischio di azzeramento tutti i servizi sociali erogati nei 18 Comuni dell’ambito vestino. Il grido dall’allarme arriva da uno dei sindaci del comprensorio, Donatella Rosini, di Carpineto della Nora, sede attuale dell’Istituzione per i servizi sociali.

Rosini mette in evidenza le inadempienze della Regione. La possibilità che vengano sospese diverse forme di assistenza ad anziani, disabili e minori si deve a un problema di natura economica. Dopo i tagli al sociale imposti dal governo centrale e, a cascata, dalle Regioni, gli ambiti sociali si sono trovati a dover garantire i livelli di assistenza essenziali con meno risorse a disposizione. Il grosso dell’impegno è stato quindi sostenuto dai Comuni che hanno dovuto aumentare le somme a proprio carico. Per quanto riguarda l’ambito vestino, il taglio inferto da Stato e Regione Abruzzo, messi insieme, ai fondi per il Piano sociale di zona (strumento di programmazione dei servizi assistenziali), per il triennio 2011/2013, è del 50,97%, rispetto al precedente (2007/2009). Nonostante lo sforzo costante dei Comuni nel versare la quota a proprio carico, la Regione, a oggi, deve ancora erogare all’Istituzione Vestina ben 512 mila 450,46 euro, a titolo di prestazioni assistenziali già rendicontate per il triennio appena concluso, con pendenze che risalgono anche agli anni a esso precedenti. Sono stati proprio i ritardi negli accreditamenti da parte degli uffici regionali – a giudizio dei sindaci – a determinare spesso la possibile interruzione dell’assistenza sociale, in quanto le mancate entrate di tali somme nelle casse dell’Istituzione si sono tradotte, nel ritardo dei pagamenti degli stipendi agli operatori da parte della cooperativa Agorà di Arezzo,, che fino allo scorso anno aveva la gestione dei servizi nell’area vestina. La coop aretina, infatti, dovendo ancora percepire 360 mila euro per il lavoro svolto, ha fatto istanza di pignoramento all’Istituzione e verso terzi, ossia i possibili creditori dell’ente, dunque Comuni e Regione. La necessità di far fronte all’istanza mette l’Istituzione nella condizione di dover bloccare i servizi se la Regione non erogherà quanto le spetta, poiché non avrebbe più la copertura finanziaria per la progettualità in corso. Ma, dalla Regione, fanno sapere che le somme ora non sono disponibili. «I Comuni hanno fatto più del loro dovere», sottolinea Rosini, «ci aspettiamo che anche la Regione si assuma le proprie responsabilità, politiche e amministrative».

Claudia Ficcaglia

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