Con grave disappunto gli utenti del Consorzio di Bonifica Centro si sono visti recapitare degli avvisi di pagamento suppletivi per il 2021 con aumenti del 70% (!!) sui contributi consortili.
La decisione adottata con apposita delibera (n° 32 del 21.9.2021) del Commissario regionale prevede, anzi dispone, tale pesante variazione motivata dalla necessità di andare a coprire il disavanzo di amministrazione. In sintesi, aumenti per gli aumenti, in una sorta di partita di giro che vede noi utilizzatori agricoli come terminali passivi, costretti a pagare per principio e non per corrispettivo.
“Nella piena consapevolezza del difficile momento che stiamo attraversando – dichiarano in una lettera firmata cinquantuno imprenditori agricoli – e della oggettiva congiuntura sfavorevole in diversi aspetti della contemporaneità, troviamo però incomprensibile la tempistica e il merito di certe scelte che ci riguardano come categoria produttiva e che subiamo con assoluto sconcerto. Una giustificazione labile e disancorata da un quadro logico di sostenibilità oltre che di opportunità politica.
È di tutta evidenza che la richiamata fragilità del contesto socio-economico non è un’aggravante ma al contrario dovrebbe essere un’esimente dall’imposizione che ricade improvvidamente sui produttori, in un settore, quale quello agricolo, che subisce già da anni inefficienze sistematiche.
Statutariamente i Consorzi di Bonifica sono tenuti a garantire il servizio, l’efficienza, l’economicità e la trasparenza della propria attività. Il nostro comparto, al contrario, è chiamato a pagare un servizio di cui non si ha traccia, un’inefficienza strutturale del Consorzio, un’economicità più rara dell’acqua che non vediamo e una trasparenza che fatichiamo non poco a ravvisare.
Non possiamo sottacere l’evidente scarsa professionalità nella gestione degli impianti con tempi di riparazione assurdi, perdite notevoli e danni consistenti, che spesso per la loro soluzione necessitano dell’intervento diretto degli stessi utilizzatori.
Ricordiamo che già la Corte Costituzionale (sentenza n° 188/2018) ha dichiarato l’illegittimità di una normativa della Regione Calabria che in materia prescindeva dal beneficio effettivamente erogato, spezzando così il rapporto sinallagmatico. Pagamenti a prescindere, dunque, con una palese illogicità dichiarata incostituzionale.
Né può essere sbandierata a scusante la perdurante crisi idrica: se l’acqua non c’è e potrebbe non esserci neppure in futuro, il Consorzio non potrà erogarla e conseguentemente verrebbe meno ai compiti istituzionali della provvista e della distribuzione per usi irrigui, perdendo così la propria finalità. Non dimentichiamo infatti che già lo scorso anno, in piena estate, le condotte erano asciutte !!
Non possiamo pertanto né giustificare né accettare una politica gestionale sconsiderata che si preoccupa di riempire le casse con gli aumenti e non di come riempire gli invasi.
Di qui la pressante necessità di una non più rinviabile riflessione, di ineludibili riconsiderazioni politiche e di un’irrinunciabile progettualità concreta al fine di garantire un regolare e continuo servizio, che finora abbiamo sempre pagato pur sopportando pesanti inefficienze ma che non siamo più disposti a foraggiare inutilmente rischiando la nostra stessa sopravvivenza economica.”