1945-2015: un abito con 70 tasche. Brioni compie gli anni

PENNE- Un sarto pennese, Nazareno Fonticoli, ed un ternano, Gaetano Savini: si incontrano nel 1925 in via del Corso nel negozio Satos, a Roma, e vent’anni dopo in via Barberini decidono di dar vita ad un atelier di moda maschile chiamato Brioni come l’arcipelago davanti all’Istria frequentato da molti vip italiani.

Oggi il marchio compie 70 anni e tutto è un po’ cambiato, anche se lo stile sartoriale chic dell’uomo Brioni è rimasto inconfondibile. Il marchio è parte di Kering, multinazionale leader nell’abbigliamento e negli accessori del lusso. Ed a Milano è tornato a sfilare: 63 anni dopo quella volta a palazzo Pitti in cui, sulla passerella fiorentina, Brioni è protagonista della prima sfilata italiana di moda maschile. Si vedono modelli indossare abiti non ancora prodotti a Penne: è nel 1960 infatti che Fonticoli sposta la produzione nella sua Penne dove nasce l’attuale stabilimento, Roman Style. Da trent’anni nel capoluogo vestino opera la Scuola superiore di sartoria dedicata a Fonticoli, scomparso nel gennaio 1980; alla sua memoria dal 1997 è intestata anche una fondazione che si occupa di iniziative socio-culturali legate al territorio pennese. Gaetano Savini muore invece nell’estate del 1987. A seguire per oltre mezzo secolo la storia di Brioni un testimone oculare: è il pennese purosangue Lucio Marcotullio che di Brioni, fino al 2006, ha letteralmente vestito i panni di una guida forte e molto attenta al contesto vestino che, grazie alla sartoria, ha trovato progresso e benessere: ancora oggi vi lavorano circa duemila persone assunte grazie ad utili robusti e costanti. Settant’anni dopo, e alcuni momenti di qualche difficoltà, ecco i francesi con monsieur Pinault. Il magnate ha voluto al timone pennese Gianluca Flore, un manager quarantenne assai promettente che da metà novembre, proveniente da Bottega Veneta, altro marchio top di Kering, ha preso il posto di amministratore delegato che per quattro esercizi è stato di Francesco Pesci, figlio di un dirigente ben radicato nella Brioni vestino-capitolina di trenta- quarant’anni fa, ormai scomparsa. Brendan Mullane è l’attuale, eccentrico direttore creativo che per festeggiare i 70 anni ha pensato al tema dell’equitazione con attenzione, passione, seduzione e rigori tipici del mondo equestre. “Un connubio naturale quello fra la scuola di equitazione spagnola e la Maison Brioni che prevedono entrambi nove anni di studio per diventare un abile cavaliere, così come un esperto master tailor”, spiega Mullane. Silhouette asciutte, tessuti ricchi, dettagli ricercati ed intensa artigianalità per creare blouson trapuntati, cappotti con cinture bordati in pelle e lavorati in cachemire. Ma c’è anche dell’altro. Ad ispirare la collezione, presentata a Milano, anche la scuola di arti visive di inizio ‘900 in attività a Vienna, il cui design di avanguardia e senza tempo ha annunciato l’ascesa dei movimenti Bauhaus e Art Deco. I motivi grafici arcuati che caratterizzano le maglie sono spolverate in oro 24 carati: un omaggio ai decori tipici delle lavorazioni sinuose in ferro battuto ed alle opere di Klimt di quel periodo. I tempi sono cambiati davvero da quel lontano 1945.

Berardo Lupacchini

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