CITTÀ SANT’ANGELO: BIODIGESTORE, PERAZZETTI AL CONTROATTACCO
Dopo le critiche mosse dall’opposizione, il sindaco chiarisce come la pensa

Dure le critiche dell’opposizione che contesta l’opera del biodigestore a Piano di Sacco; nell’intervista il Sindaco Matteo Perazzetti risponde alle sollevazioni rivolte. Perché i lavori non sono stati finanziati con i contributi a fondo perduto del PNRR? L’attuale amministrazione si opponeva con forza alla costruzione di una centrale turbogas e della discarica nello stesso sito; inoltre, PD e SI chiedono di informare i cittadini sull’impatto ambientale ed energetico dell’opera.

“Non è stato possibile utilizzare i fondi del PNRR perché si rendeva necessario un livello di progettazione molto elevato, il Ministero per la transizione ecologica finanzia un solo progetto per ogni regione, e noi non avevamo una sufficiente preparazione in merito: si tratta di un biodigestore che non prevede alcuna forma di combustione a differenza del termovalorizzatore. Qualora, inoltre, avessimo fatto richiesta dei fondi del PNRR, ottenendo l’assegnazione, a v r e m m o dovuto necessariamente avviare i lavori, senza la possibilità di dare voce ai cittadini. Ricordo poi che Ambiente vuole avviare i lavori sul proprio terreno, in un’area industriale che ha una specifica destinazione urbanistica; inoltre è una zona sovracomunale perché a gestione del consorzio industriale, non c’è una possibilità di contestazione. La procedura deve avere l’approvazione da parte della Regione, il Comune non è coinvolto in alcun modo se non per le autorizzazioni finali. Solo allora l’Amministrazione può opporsi presentando le giuste osservazioni. A seguito della proposta da parte di SNAM e Ambiente S.p.A., abbiamo chiesto in merito alla combustione. Non c’è alcun tipo di combustione: i rifiuti impiegati nell’impianto sono l’umido e gli scarti del verde (le potature). Questa è una differenza sostanziale, rispetto ad una centrale turbogas o ad una discarica.

Dure le critiche dell’opposizione che contesta l’opera del biodigestore a Piano di Sacco; nell’intervista il Sindaco Matteo Perazzetti risponde alle sollevazioni rivolte. Perché i lavori non sono stati finanziati con i contributi a fondo perduto del PNRR? L’attuale amministrazione si opponeva con forza alla costruzione di una centrale turbogas e della discarica nello stesso sito; inoltre, PD e SI chiedono di informare i cittadini sull’impatto ambientale ed energetico dell’opera. “Non è stato possibile utilizzare i fondi del PNRR perché si rendeva necessario un livello di progettazione molto elevato, il Ministero per la transizione ecologica finanzia un solo progetto per ogni regione, e noi non avevamo una sufficiente preparazione in merito: si tratta di un biodigestore che non prevede alcuna forma di combustione a differenza del termovalorizzatore. Qualora, inoltre, avessimo fatto richiesta dei fondi del PNRR, ottenendo l’assegnazione, a v r e m m o dovuto necessariamente avviare i lavori, senza la possibilità di dare voce ai cittadini. Ricordo poi che Ambiente vuole avviare i lavori sul proprio terreno, in un’area industriale che ha una specifica destinazione urbanistica; inoltre è una zona sovracomunale perché a gestione del consorzio industriale, non c’è una possibilità di contestazione. La procedura deve avere l’approvazione da parte della Regione, il Comune non è coinvolto in alcun modo se non per le autorizzazioni finali. Solo allora l’Amministrazione può opporsi presentando le giuste osservazioni. A seguito della proposta da parte di SNAM e Ambiente S.p.A., abbiamo chiesto in merito alla combustione. Non c’è alcun tipo di combustione: i rifiuti impiegati nell’impianto sono l’umido e gli scarti del verde (le potature). Questa è una differenza sostanziale, rispetto ad una centrale turbogas o ad una discarica.

biamo chiesto l’apporto di tutti gli esperti in materia e residenti a Città Sant’Angelo. Molti sono intervenuti, altri forse hanno preferito non tradire le posizioni politiche, che in tutti i casi non possono smentire l’evidenza tecnica e scientifica su questo tipo di impianti. Tutti gli esperti che sono intervenuti pubblicamente hanno messo a servizio del territorio la loro professionalità, facendo comprendere che l’opera del biodigestore non comporta alcun rischio. Poi abbiamo avviato il confronto con i cittadini che lecitamente hanno presentato le loro perplessità. Due le contestazioni che sono risultate pertinenti: la distanza delle case dal biodigestore, che la legge prevede essere di 500 metri ma con un numero di case superiore alle 24; e l’effetto cumulo con altri impianti. Queste sollevazioni, unitamente alle considerazioni delle Associazioni ambientaliste e ai pareri dei tecnici, verranno sottoposte alla disamina della Regione. Se la Regione, deputata a rilasciare l’autorizzazione, ritiene che queste due osservazioni non siano contrastanti con le norme vigenti, io devo dire che a questo punto non posso oppormi. Farò in modo che dalla costruzione dell’opera derivino i vantaggi migliori per i cittadini di Città Sant’Angelo. Come altri territori che ospitano questi impianti, il Comune otterrà dei riconoscimenti che verranno spesi in opere pubbliche annuali; si avrà accesso alla riduzione della tariffa FORSU; oltre alla gratuità dello smaltimento delle potature, un costo importante per le aziende agricole e per i cittadini. La realizzazione del biodigestore comporterà opere importanti per lo sviluppo dell’area: un depuratore, l’apertura della strada, la condotta del consorzio di bonifica che servono a produrre e a portare acqua; oltre a uno sbocco lavorativo. Come amministratore, non essendo esperto in quest’ambito, devo fidarmi di chi oggi queste cose le studia e ne fa una professione, o come nel caso delle associazioni, una battaglia di vita. Abbiamo dialogato con persone competenti e con i cittadini, ora dobbiamo fare in modo che i rifiuti diventino risorsa, senza questa aperura mentale continueremo ad avere una carenza energetica e di sviluppo industriale. Non è più possibile, nel 2022, continuare a costruire discariche”.

Virginia Chiavaroli

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