NUOVA PESCARA. TRULLI: “MANCA IL PROGETTO DI FUSIONE E UNA VISIONE STRATEGICA DI AREA VASTA”

“Quello che manca è il progetto di fusione e una visione strategica di area vasta. Ridotta a un mero assemblaggio di servizi la fusione è sterile e non consentirà di raggiungere nessun obiettivo di lunga durata”. Sono le conclusioni del sindaco Chiara Trulli nel consiglio comunale aperto dedicato alla Nuova Pescara, la creazione di un comune unico per i territori di Spoltore, Montesilvano e Pescara, dopo aver sottolineato la richiesta di un tavolo di confronto con la Regione per il finanziamento delle opere prodromiche alla fusione. Inviata il 7 marzo scorso, non ha ancora avuto risposta.

“Questo non è un ultimo incontro, apriamo oggi una riflessione seria. Il mandato che ci hanno dato gli elettori ci impone di pretendere le garanzie a tutela di Spoltore e dei suoi cittadini, e lo faremo fino all’ultimo giorno”. Il prossimo appuntamento, annunciato dal presidente del consiglio come imminente, è un consiglio comunale congiunto con il Comune di Montesilvano, anche in questo caso con la possibilità per i cittadini di prendere la parola.

“Siamo qui” ha detto Trulli “per rendicontare lo stato della fusione. Si avvicina la data istitutiva della nuova città, il primo gennaio 2027, ed è chiara la preoccupazione della gente dopo alcune dichiarazioni degli esponenti politici di Pescara”. Il sindaco ha ricordato le ipotesi sulla localizzazione del carcere, e prima ancora del canile intercomunale e della discarica. “E’ questo il motivo per cui vogliamo tornare a dare la parola ai nostri cittadini”. Poi una considerazione sui procedimenti già in corso: “nei confronti dell’esercizio associato di funzioni la mia amministrazione ha sempre avuto un atteggiamento di collaborazione. Non abbiamo mai ragionato per campanili e barriere, siamo capofila nell’ambito sociale, siamo capofila con altri cinque comuni nella protezione civile, non c’è una posizione legata alla salvaguardia di poltrone”.

Trulli ha ricordato di aver sempre lavorato, anche prima delle legge istitutiva della Nuova Pescara, per lavorare in forma associata su alcune materie, come la ricerca di fondi europei affidata all’ufficio UEAM per le città di Pescara, Montesilvano e Spoltore già dal 2018. “Ma viviamo questa fusione come una vera e propria annessione, basti pensare allo Statuto non approvato dalla sola città di Pescara, o al nome della città che non si vuole cambiare in “Nuova” Pescara come impone il risultato referendario. E’ un problema di metodo”.

Il sindaco ha inoltre ricordato nuovamente quelli che sono i prerequisiti di un processo di fusione: “serve un programma di opere e interventi su opere strategiche, come le piste ciclabili, per l’impiantistica sportiva, le scuole, la viabilità. Come si può pensare di fare una fusione territoriale se poi un cittadino di Spoltore per raggiungere con l’autobus Montesilvano impiega oltre due ore? Spoltore è ancora considerata tra le linee extraurbane, mentre le altre due città si considerano urbane: prima di procedere all’azzeramento dei municipi esistenti è importante dire cosa si dovrà fare del territorio, quali saranno i servizi e le zonizzazioni relative per alzare il livello di qualità della vita dei nostri concittadini, dove verranno delocalizzati i servizi pubblici o localizzate le scuole superiori.

Spoltore oggi sa cosa offre alla fusione: ovvero un livello di tassazione tra i più bassi d’Abruzzo (il costo pro capite della Tari è di 120 € a Spoltore, oltre 200 per i cittadini di Montesilvano e Pescara), un virtuosismo nei conti che ci ha sempre consentito di avere i bilanci in ordine e rispettare i vincoli del pareggio di bilancio e della spesa pubblica; virtuosismi nella raccolta differenziata che sfiora l’80% e nel decoro della città.

Sappiamo cosa lasciamo ma non quello che avremo in termini di benefici, e io credo sia dovere di un amministratore pubblico oggi pretendere che siano chiaramente evidenziati e programmati. Il rischio altrimenti è una fusione senza visione, con gravi perdite in termini di qualità dei servizi erogati per almeno 10 anni e solo disagi per i cittadini. Non è questo che vogliamo per il futuro del nostro territorio”.

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