UNA PROPOSTA PER FARE DI PENNE UNA VERA CITTÀ D’ARTE

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Nei giorni scorsi tutta la comunità pennese è stata attraversata da un moto di orgoglio per le  premiazioni dei “nostri” artisti: Donatella Di Pietrantonio e Setak. Eppure, a Penne manca un vero e  proprio luogo pubblico dove coltivare arte e cultura. Soprattutto tra i più giovani. Non lo dico in  tono polemico o accusatorio, ma analizzando la realtà. Grazie agli interventi finanziati dal PNRR e  dalle altre risorse pubbliche intercettate dall’amministrazione comunale, Penne avrà a disposizione  nuovi spazi e strutture rigenerate, con il rischio, però, che parte di esse siano destinate ad attività e  finalità pressoché identiche.

Perché allora, non destinare uno di questi luoghi, ad esempio l’ex centro sociale (in ricostruzione) o l’ex SERT (dato in comodato d’uso dalla ASL al Comune di  Penne), proprio alla proliferazione di arte e cultura tra i giovani? Sono sicuro che le nuove  generazioni di pennesi sono più che disponibili ad adottare e gestire una struttura del genere dove  allestire una sala prove musicali, cineforum, dibattiti, giochi di ruolo, arti figurative e teatrali e chi  più ne ha più ne metta.

Abbiamo già esempi virtuosi di luoghi autogestiti in altre città, incubatori di  idee e progetti artistici e culturali. Solo in questo modo potremmo riuscire a ricucire un evidente  strappo generazionale e far sentire i più giovani parte integrante e propulsiva della comunità pennese, cercando di arginare, almeno un po’, il grave fenomeno dello spopolamento. Se i consiglieri comunali, sia di maggioranza che, soprattutto, di opposizione si sono mostrati assai  freddi ed indifferenti nell’istituire una consulta giovanile pennese, sono sicuro che questa proposta  possa trovare l’accoglimento unanime dell’amministrazione comunale. Solo così possiamo dare  seguito ai più che meriti riconoscimenti ricevuti da Donatella Di Pietrantonio e Setak,  identificandoli come parte di un progetto a più ampio respiro e non come isole felici in un oceano di  nulla. 

Andrea Vecchiotti 

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