MARGHERITA BONFILIO: “SANREMO WRITERS? UN’ESPERIENZA DA VIVERE”
La scrittrice originaria di Penne proposta al Premio Strega Poesia

Margherita Bonfilio, docente, scrittrice e appassionata di teatro, nasce a Penne; a 19 anni, lascia l’Abruzzo per andare a Pisa e frequentare la facoltà Scienze dell’Informazione ma con una passione
sin da piccola che si fa sempre più strada fatta di corsi teatrali e scrivere di nascosto.
Una situazione che non poteva essere abbandonata ma che è esplosa nel 2010 con le prime pubblicazioni Pacati in versi, Inviati Speciali, Inviati Speciali 2, Gocce di rugiada, Il Gusto dell’Arte, Arte e poesia.
E i primi riconoscimenti: nel 2018 riceve la Menzione d’onore con il testo Amore malato al Premio Ponte Vecchio. Nel 2019 riceve il titolo di “Ambasciatrice di pace per la poesia nel mondo”, vince il premio Autore 2019 con il testo Rami secchi. Vincitrice del concorso “Scrivendo 2019 e 2020.
Due volte a Sanremo Writers: nel 2023 con Il vaso di Pandora e nel 2024 con La stanza dei segreti quest’ultimo proposto anche al Premio  Strega Poesia.
Non solo poesia, ma anche un testo di narrativa per ragazzi durante il lockdown Storie fantastiche (uscito 2022). Un’altra favola a breve in uscita; una raccolta di racconti Oltre la siepe uscita nel 202 che ha partecipato al Premio Campiello che sta ricevendo grande successo: racconti e storie di donne con l’accento sull’oltrepassare il muro dell’indifferenza, del dolore e andare oltre. E poi c’è in cantiere un romanzo…. Una donna che vive e ama la scrittura in tutte le sue forme e noi ce la siamo fatta raccontare!

Come nasce la passione per la scrittura?

Il primo concorso di poesia l’ho fatto a 7 anni e l’ho vinto. Ho sempre scritto sin da piccola, scrivevo poesie e testi teatrali per le recite a scuola e tra amici. Una passione praticamente nata con me che si è sviluppata nell’adolescenza, affermata all’università e radicatasi quando ho iniziato a insegnare avendo la possibilità di partecipare una serie di iniziative che vedevano coinvolti i miei studenti e anche me; progetti che mi hanno fatto immergere definitivamente in questa attività.
Far scrivere i ragazzi dunque, una pratica che per loro è strettamente legata all’adulto; e invece quando hanno cominciato, ho scoperto che alcuni  di loro già scrivevano di nascosto e senza dire nulla a nessuno. Da lì ho deciso di continuare a farli scrivere, anche sul giornalino scolastico che avevamo realizzato, di farli partecipare a concorsi letterari finchè ho deciso di fare qualcosa di nuovo: realizzare una pubblicazione di poesie mie e poesie dei miei ragazzi. E’ nato così il primo libro nel 2010 Pacati in versi, in onore della scuola in provincia di Bergamo dove lavoravo intitolata a Tarcisio Pacati.

Parlando di giovani e scrittura, dal 2010 a oggi, riscontri ancora in loro la voglia di scrivere?

Sì. Sto facendo diversi incontri scolastici di scrittura e lettura e sento questo loro desiderio, o meglio la risposta agli stimoli che diamo. Se stimolati e incoraggiati nel modo giusto infatti, riescono a tirare fuori emozioni, sentimenti, idee che stupiscono e lasciano senza parole. Diciamo  quindi che la gioventù di oggi non è solo cellulare, tv, videogiochi ma anche persone che hanno tanto di dire se ascoltati e supportati.

Sei di Penne, ma emigrata. Come vedi l’Abruzzo di fuori regione?

Una regione cresciuta parecchio. Parlo di Pescara perché ho frequentato il Liceo Scientifico lì e ho visto come reagiva la città all’epoca sotto il profilo culturale. Tornando ora, dopo tanto tempo in modo più assiduo, vedo che la crescita è tanta e vedo una Pescara più affermata e che vuole esserci nel mondo culturale, bisogna solo dare forza e sostegno alle attività che ci sono.

Sanremo Writers nel 2022 e 2023:  raccontaci questa esperienza unica?

Ad alto tasso di coinvolgimento. Sicuramente la prima volta ero spaesata, non ero mai stata a Sanremo durante di Festival e ho notato un clima davvero unico dove la musica la fa da padrona ma
tutto intorno è vita ed emozione. Radio e tv sono ovunque anche per strada e ti ritrovi a parlare dei tuoi libri mentre passeggi o entri in un negozio. Si crea dunque uno scambio di emozioni, condivisioni e idee; ritengo che sia un’esperienza che va fatta e vissuta lasciando il tempo necessario per assaporare quella realtà fino alla fine.

La stanza dei segreti, il tuo ultimo lavoro editoriale, non solo a Sanremo ma anche proposto al Premio Strega Poesia.

Una notizia inaspettata, enorme che non avrei mai immaginato. Esserci arrivata dopo la Biennale di Milano, dopo il Premio Internazionale di Letteratura ricevuto al Festival dei due Mondi di Spoleto, è sicuramente il coronamento di un sogno.
Esserci è dunque importante, esserci con La stanza dei segreti lo è ancor di più perché il libro rappresenta, dopo Il vaso di Pandora, l’espressione della parte più intima di me; è come entrare nella stanza dei segreti della propria anima dove  a volte non si vuole accedere in quanto maschera il brutto, il peggio; oppure nasconde cose bellissime ma che non si ha il coraggio di guardare in faccia.

C’è un riconoscimento, un premio al quale sei più legata?

Forse il più di tutti è il primo quando l’editore Aletti mi ha chiamata per dirmi che la mia poesia era stata selezionata per il Federiciano 2010; era un momento in cui ancora non pubblicavo nulla, scrivevo solo, e sapere che un editore aveva posto l’attenzione su una mia opera era qualcosa di enorme. Fu un’emozione fortissima leggere la poesia davanti a tanta gente, ricordo ancora oggi quei momenti. E ti dico che quel premio fu lo sprone, quello che mi ha dato il coraggio di credere in qualcosa e in quello che stavo facendo. Un’altra cosa che ricordo con tanto affetto è quando fui scelta per una presentazione alle Giubbe Rosse di Firenze, caffè letterario frequentato di Montale.
Ci arrivai per caso, entrando per prendere un caffè e fui catturato dal direttore artistico Jacopo Chiostri che volle leggere i miei testi e mi volle proprio lì. E allora non ero proprio nessuno.

Hai un sogno nel cassetto?

Il romanzo è un sogno nel cassetto. Poi vorrei partecipare a un programma televisivo culturale, mi è sempre piaciuto condividere ciò che faccio. Ad aprile a Brindisi, con Antonio Lera, faremo una conferenza con i ragazzi alla quale tengo tantissimo dove parleremo dell’importanza delle favole e della poesia nelle giovani generazioni.
Ecco, questi sono sogni in fase di realizzazione e poi ce ne sono altri chissà… per esempio partecipare allo Strega per la Narrativa, ma vedremo!.

 

Francesca Di Giuseppe

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