LA CROCE O LA SPADA?
Come nacque la chiesa pennese nel nuovo libro di Candido Greco

Il rapporto fra Penne e la sua Chiesa è da sempre dibattuto. In particolare, il nodo della questione riguarda la fondazione dell’Episcopio: vi fu il solo coinvolgimento papale o anche l’impronta che nella vicenda lasciò l’Impero, cioè Carlo Magno, e dopo di lui Federico II di Svevia? La croce o la spada insomma nell’eterno dilemma di quei tempi. Siamo comunque nel 1076 e un testo dello storico Candido Greco, da sempre impegnato negli studi sul tema, e non solo, torna sull’argomento illuminando ulteriormente i fatti.

Lo fa attraverso un suo nuovo lavoro, il “Memoratorium del Vescovo Giovanni”, che sarà presentato giovedì 12 settembre alle 17 nella sala del consiglio comunale alla presenza del sindaco Gilberto Petrucci e del suo predecessore Mario Semproni, consigliere delegato alla Cultura. L’autore del Memoratorium, già nell’Archivio della Cattedrale, fu proprio quel Vescovo che, insieme ad altri alti prelati succedutisi, hanno tentato di attribuire a Roma il privilegio della istituzione dell’Episcopato pennese. Il Pontefice Niccolò II con atto del 6 maggio 1059 avrebbe riaffermato alla Chiesa cittadina l’impronta guelfa. Diciassette anni dopo, il Vescovo Giovanni dovette far fronte all’invasione dei Normanni. Costretto dalla necessità, si unì ai Conti di Chieti e di Penne affrontando in battaglia gli invasori.

I tre subirono una cocente sconfitta a Cupello e vennero fatti prigionieri, recuperando comunque la loro libertà. A rimetterci fu invece il Vescovo che perse il tesoro della Cattedrale, mentre ai due nobili fu sottratto il dominio sulla Città di Penne. Ed è nel tentativo di far sapere al Papa la situazione venutasi a creare che il Vescovo Giovanni scrisse il Memoratorium. Morto Federico II, intanto, il Pontefice trovò la soluzione per neutralizzare il ricordo della fondazione ghibellina della Diocesi di Penne. Creò dunque quella di Atri, unendola però alla pennese: le pose entrambe comunque sotto un unico pastore da lui nominato.

Va sottolineato che prima dell’IX secolo nessun Vescovo è documentato a Penne e che il Cristianesimo divenne religione di Stato solo nel 380. Prima di questa data, esiste solo la lapide della statua dell’Imperatore Costante che venne fatta risalire agli anni 340-350 e quella segnalata dallo stesso Candido Greco il quale cita la morte di un bambino cristiano di nome Kauso, da altri invece identificato come “il figlio del fu Eusebio” che è anteriore al VI secolo, secondo il parere dell’epigrafista Ferrua. Il vangelo nell’Abruzzo pennese fu portato dal diacono Massimo, giustiziato nel 305. 

Berardo Lupacchini

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