Stracolma di gente l’aula consiliare per ascoltare Corrado Augias, giornalista, scrittore, conduttore televisivo, vincitore dell’edizione numero 45 del premio “Città di Penne” per il suo libro “La vita s’impara”. La cerimonia di premiazione si è sdoppiata: dapprima a Chieti in un un incontro pubblico nell’auditorium del rettorato dell’università dove il novantenne scrittore e giornalista ha presentato il suo ultimo libro autobiografico, e poi nel pomeriggio nella sala consiliare del chiostro San Domenico, a Penne. Entrambi gli appuntamenti sono stati moderati dal direttore scientifico del premio, fin dal 2013, il professor Antonio Sorella. Per Augias comunque si è trattato di un bis al “Penne”: lo vinse infatti già nel ’95 con “Quella mattina di luglio”.
Il premio “Città di Penne” è nato nel 1979 da un’idea del compianto Igino Creati che inventando la giuria popolare composta dagli studenti degli istituti pennesi diede una precisa impronta alla rassegna, sbarcando persino a Mosca dove nacque un premio gemello. Con il tempo, diventando più internazionale e senza il sostegno finanziario degli enti locali (la Regione gli dedicò una legge), il premio ha cambiato la propria organizzazione grazie alla creazione di nuove sezioni fra le quali quella dedicata al cinema.
Tra i precedenti vincitori figurano la pennese Donatella Di Pietrantonio (con “Bella mia”), Francesco Sabatini, Carlo Verdone, Enrico Vanzina, Giancarlo Giannini, Gianni Amelio, Pupi Avati, Lidia Ravera solo per citarne alcuni. A presiedere la giuria tecnica che ha premiato Corrado Augias è Alessandro Masi, segretario generale della società Dante Alighieri di Roma. Un’intensa e gratificante vita professionale quella del vincitore del premio vestino.
Ne “La vita s’impara” il giornalista e scrittore ripercorre la storia del nostro Paese attraverso la sua biografia. L’infanzia in Libia, la Liberazione in Italia, il ritorno a Roma, l’incubo dell’occupazione tedesca, il collegio cattolico, i primi passi nel giornalismo, il lavoro nelle redazioni dell’Espresso e della Repubblica e poi la Rai dove ha lavorato per 63 anni per poi approdare un anno fa a la Sette. “La vita s’impara– spiega Augias – soprattutto se non si perdono mai la curiosità intellettuale e la passione civile. Conoscere sé stessi è un compito doveroso che può diventare spiacevole: comunque va fatto… Scriverne indubbiamente aiuta”.
Berardo Lupacchini